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San Gregorio Magno. “Io, estraneo al clan e all’attività di recupero del danaro”. Ha risposto così, affiancato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Vincenzo Morriello, alle domande del giudice per le indagini preliminari, Pierangelo Piegari, l’imprenditore 47enne di San Gregorio Magno, arrestato nei giorni scorsi dalla Dda di Potenza, con l’accusa di associazione mafiosa dedita alle estorsioni, con circostanze aggravanti, in concorso con il clan lucano Riviezzi. Piegari, titolare di due attività di ristorazioni site tra San Gregorio Magno e la Piana del Sele e di un allevamento di mucche da carne, attivo da anni del commercio delle carni, si trova ora agli arresti domiciliari poiché raggiunto, insieme ad altre sette persone residenti tra il Vallo di Diano e la Basilicata, da un decreto di misura cautelare emesso dalla Procura di Potenza a seguito ad una maxi indagine condotta dai magistrati lucani sugli appalti e gli intrecci tra le varie associazioni criminali del centro sud con la mafia potentina legata al clan Riviezzi di Pignola. A far scattare le manette per gli otto arrestati, le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ai magistrati ha svelato il sistema criminale che da anni tiene sotto scacco il territorio potentino con una serie di estorsioni ai danni di decine di imprenditori e l’infiltrazione criminale nella gestione degli appalti pubblici. Ad incastrare l’imprenditore di San Gregorio Magno, un recupero crediti di 270mila euro per una fornitura di carni avvenuta presso un negozio siciliano. Crediti che l’imprenditore, secondo gli inquirenti, avrebbe tentato di recuperare da un intermediario della vendita, attraverso un suo collaboratore vicino al clan Riviezzi e di altri soggetti attivi in altri clan mafiosi, i quali con l’uso di armi da fuoco e minacce, avrebbero recuperato solo 5mila euro. Soldi che però, non sarebbero mai stati incassati da Piegari e che l’imprenditore avrebbe dovuto dividere, per il 50&% percentuale, con il clan lucano. Ieri però, davanti al gip, Piegari si è dichiarato estraneo alla vicenda, sostenendo di non aver mai incaricato il suo collaboratore al recupero del credito per la fornitura della carne e di aver scoperto dell’incasso di 5mila euro solo a seguito della notifica di arresto. L’imprenditore resta ora agli arresti domiciliari e nelle prossime ore, il suo legale presenterà la richiesta di autorizzazione per permettere al 47ennne di lavorare nelle sue attività commerciali.