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Santomenna (Sa) – Anche quest’anno, l’ex sindaco di Santomenna e medico cardiologo, Massimiliano Voza, noto per la sua attività di volontariato accanto al popolo curdo, in missione c’è andato ma nei comuni “zone rosse” dell’Emilia-Romagna.

Originario di Eboli e medico cardiochirurgo presso l’ospedale San Francesco d’Assisi di Oliveto Citra, Voza è stato scelto insieme a 249 colleghi, tra 7mila medici specialisti candidati, dalla task force della Protezione Civile nazionale per il progetto “medici per il covid-19”.

Destinato all’ospedale Policlinico universitario di Bologna, Voza è giunto qualche giorno fa nella città emiliana dove per tre mesi, darà supporto lavorativo ai colleghi del reparto di terapia intensiva coronarica nella cura dei pazienti affetti da coronavirus.

Voza però, non è nuovo alle missioni umanitarie e sanitarie tra cui la collaborazione con la Mezzaluna rossa curda per le popolazioni che vivono nelle aree di guerra. Ogni anno infatti, il giovanissimo ex primo cittadino di Santomenna, si reca nel Medio Oriente per portare, anche clandestinamente, aiuti umanitari e sanitari ai popoli in lotta contro i terroristi dell’Isis.

Nel 2017 però, proprio durante una delle missioni umanitarie in Kurdistan, Voza venne fermato e arrestato dai militari turchi all’aeroporto di Istanbul perché ritenuto amico del popolo curdo che è in lotta contro l’Isis e dunque, un pericolo per la nazionale. Dopo alcune ore di prigionia durante le quali il sindaco-medico indossò la fascia tricolore, Voza venne espulso dalla Turchia per motivi di sicurezza nazionale.

Accadimento che però, non ha fermato lo spirito umanitario del giovane medico che continua ad aiutare e sostenere i popoli minacciati dai terroristi anche se, stavolta, la “guerra” da combattere, è quella contro il coronavirus.