Dodici persone sono indagate e un’area di circa 10mila metri quadrati è stata sottoposta a sequestro preventivo questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano di Castellabate, in provincia di Salerno, in esecuzione di un decreto emesso dal gip di Vallo della Lucania.
Il provvedimento riguarda una presunta lottizzazione abusiva realizzata in località Annunziata di Castellabate, all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Secondo quanto accertato dagli investigatori, sull’area sequestrata sorgono 10 fabbricati, sei dei quali preesistenti e oggetto di demolizione e ricostruzione. Alcuni edifici risultano ancora allo stato grezzo, altri in fase di completamento.
Agli indagati viene contestato di aver frazionato illegittimamente un lotto agricolo per destinarlo a scopi edificatori, realizzando i manufatti sottoposti a sequestro, sette dei quali destinati a civile abitazione. Le costruzioni sarebbero state effettuate sulla base di permessi di costruire ritenuti illegittimi e inefficaci, con ulteriori interventi difformi rispetto ai titoli autorizzatori, tra cui aumenti di volumetria e spostamenti dell’area di sedime. L’attività edilizia avrebbe determinato una trasformazione urbanistica e paesaggistica significativa dei terreni, situati in zona agricola e privi di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, alterando la vocazione rurale dell’area.
Il provvedimento riguarda una presunta lottizzazione abusiva realizzata in località Annunziata di Castellabate, all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Secondo quanto accertato dagli investigatori, sull’area sequestrata sorgono 10 fabbricati, sei dei quali preesistenti e oggetto di demolizione e ricostruzione. Alcuni edifici risultano ancora allo stato grezzo, altri in fase di completamento.
Agli indagati viene contestato di aver frazionato illegittimamente un lotto agricolo per destinarlo a scopi edificatori, realizzando i manufatti sottoposti a sequestro, sette dei quali destinati a civile abitazione. Le costruzioni sarebbero state effettuate sulla base di permessi di costruire ritenuti illegittimi e inefficaci, con ulteriori interventi difformi rispetto ai titoli autorizzatori, tra cui aumenti di volumetria e spostamenti dell’area di sedime. L’attività edilizia avrebbe determinato una trasformazione urbanistica e paesaggistica significativa dei terreni, situati in zona agricola e privi di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, alterando la vocazione rurale dell’area.























