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Salerno – “Il Ministero della Salute e la Regione Campania inviino gli Ispettori presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Mezzogiorno”: a chiederlo in una conferenza stampa indetta questa mattina è il Comitato Salute e Vita che ha voluto fornire una serie di notizie  in merito allo studio SPES, ( Studio di esposizione nella popolazione suscettibile)  e alla sua inspiegabile mancata pubblicazione, denunciando gravi conflitti di interesse ed omissioni. 
Il comitato ha ricordato che il 30 novembre 2016, nell’ambito dello studio epidemiologico S.P.E.S., venne promosso, dopo un’analoga analisi sulla terra dei fuochi, uno studio (a due cluster) atto a verificare l’inquinamento nella Valle Dell’Irno dove è presente da decenni la Fonderia Pisano e a comprendere l’incidenza di tale fabbrica sul territorio e sulla popolazione. 
Il responsabile scientifico del progetto di ricerca “Area Medica – Protocollo di Studio Scientifico S.P.E.S.” dalla data del 29 giugno 2016 a tutt’oggi (come si evince dal suo curriculum pubblico e da altri documenti) è la prof.ssa Maria Triassi, docente ordinario universitario presso la Federico II di Napoli e, dal 18 novembre 2020,  Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Dell’università degli Studi di Napoli “Federico II”. 
La  notizia del ruolo della Triassi  viene appresa per caso solo recentemente dal comitato perché non è mai stato dichiarato o reso pubblico dal Dott. Limone né da altri Enti, anche quando, nel 2017, nell’unica riunione convocata ed in cui erano presenti tutti i firmatari del protocollo  (nel caso dei Pisano rappresentanti dal Prof. Bresciamorra, anche lui docente della Federico II) nonostante Lorenzo Forte, in qualità di presidente del Comurato, abbia chiesto esplicitamente  quale era il ruolo della Federico II nella realizzazione dello SPES (dato che al tavolo vi era anche  la ricercatrice Alfano Rossella della Federico II riconducibile alla Prof.ssa Triassi). 
La stessa prof.ssa Triassi, a firma sua e della Federico II, nel 2018 realizza un focus sulla Fonderia Pisano elaborando dei dati del medico del lavoro delle stesse Fonderie (quindi non dati dell’università) che vanno dal 2005 al 2015, per uno studio sulla salute dei lavoratori (come richiesto dalla proprietà Pisano) ma, il comitato non comprende  a che titolo e per quale motivo realizza questo studio ovvero non si hanno notizie se è stato   pagato  e/o  chi gli ha chiesto  di realizzarlo: tuttavia,  ciò che è certo, è  che tale  documento è utilizzato in più occasioni in Tribunale, sia in cause civili/amministrative che penali, dalla famiglia Pisano per scagionarsi da qualsiasi responsabilità.  
Contestualmente la Prof.ssa Triassi continua ad essere responsabile scientifico del progetto di ricerca, “Area Medica – Protocollo di Studio Scientifico S.P.E.S.”.  
 
A questo punto nell’ottobre del 2019 la prof.ssa Maria Triassi, in palese conflitto d’interessi, diventa CTP (consulente tecnico di parte) delle Fonderie Pisano nell’ambito dell’indagine penale promossa dal P.M. Penna per stabilire il nesso di casualità tra le morti nella Valle Dell’Irno e la presenza delle Fonderia Pisano.  
 
Pertanto, mentre dal 2016 svolge il  ruolo di direttore scientifico per uno studio di interesse pubblico (lo SPES) che mira a comprendere l’incidenza delle Fonderie Pisano sull’ambiente e sulla popolazione, la dottoressa Triassi fa contestualmente nel 2018 e nel 2019 e tutt’ora la consulente di parte della famiglia Pisano ovvero “arruolata” per tentare di dimostrare che le Fonderie Pisano non siano  responsabili dei veleni che pure sono stati trovati sia in numerosi controlli ARPAC, sia nelle stesse due  relazioni provvisorie o preliminari  dello stesso SPES. 
 
Infatti nonostante inspiegabilmente lo studio non abbia ancora una relazione definitiva e non sia stata consegnata un report definitivo, sono tuttavia uscite fuori gravi contaminazioni che dipingono un quadro allarmante, sia relativamente alla presenza di metalli potenzialmente tossici nel sangue delle persone che nel l territorio. 
 
Ciò che abbiamo raccontato oggi  è la realtà dei fatti e, a nostro avviso, pone la Triassi in un conflitto di interesse che supera di gran lunga quello di Silvio Berlusconi- ha dichiarato Forte-  per questo motivo oggi abbiamo scritto una lettera al Magnifico Rettore della Federico II per chiedere se in questa brutta vicenda è coinvolta l’intera Università o se tali comportamenti (a nostro giudizio deontologicamente e moralmente deprecabili) siano da addebitare solo ed esclusivamente alla Professoressa Triassi; ma su questo vogliamo e speriamo di avere notizie certe e soprattutto auspichiamo che venga avviata una nuova stagione di trasparenza”. 
Secondo le ipotesi formulate dal Conutato Salute e Vita, è possibile ipotizzare che, dato che il Direttore scientifico dello SPES è da sempre la Prof.ssa Triassi, la quale è anche il consulente di parte dei Pisano, questi ultimi hanno di fatto sempre potuto avere accesso allo studio SPES in tutti i suoi passaggi creando così un vantaggio enorme a chi era oggetto di indagini mentre a noi e ai cittadini è stato negato di sapere la verità. 
Infine altri dubbi riguardano La mancata divulgazione delle informazioni sullo studio, che hanno visto costretto il comitato a ricorrere al Tar obbligando l’istituto a fornire i dati questa infine la richiesta indirizzata all’attenzione della Regione. 
“Chiediamo che la Regione Campania prenda posizione sulla vicenda e valuti i provvedimenti da prendere con una vera e propria inchiesta per dare risposte ai nostri interrogativi e per innanzitutto dare risposte ai 400 cittadini sottoposti allo studio della valle dell’Irno, ovvero ai 4200 cittadini  sottoposti nell’intero studio, ricordando che i soldi pubblici sono frutto dei sacrifici della popolazione e pertanto sono sottoposti ai principi cardini della pubblica amministrazione quali il principio di legalità,  Il principio della pubblicità e della trasparenza, Il principio di buon andamento e imparzialità, principi che purtroppo in questa triste vicenda vengono meno”.