Tempo di lettura: 2 minuti

Le aree interne di Campania e Basilicata continuano a registrare un progressivo calo demografico, con effetti negativi sull’economia locale, sull’occupazione e sulla coesione sociale. L’allarme arriva da una posizione unitaria di Filca Cisl Basilicata, guidata dal segretario generale Angelo Casorelli, e Filca Cisl Salerno, rappresentata dal segretario generale Giuseppe Marchesano, che individuano nella carenza infrastrutturale e nella limitata accessibilità dei territori due dei principali fattori che alimentano lo spopolamento.

Secondo i sindacati, la strategia per invertire questa tendenza deve poggiare su un piano integrato di interventi che includa: potenziamento della rete infrastrutturale, con interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione delle strade provinciali e regionali. Sviluppo del trasporto ferroviario, con particolare attenzione al collegamento delle aree interne alle linee ad Alta Velocità, per migliorare la mobilità di persone e merci. Rafforzamento degli scali aeroportuali e dei collegamenti intermodali, per favorire l’accessibilità turistica e commerciale. Valorizzazione del patrimonio locale, attraverso progetti di recupero dei borghi, sviluppo di percorsi turistici integrati e sostegno alle filiere produttive territoriali. “Le infrastrutture – evidenzia Casorelli – non sono solo opere fisiche: rappresentano la condizione necessaria per generare sviluppo. Senza collegamenti efficienti, questi territori resteranno periferici e poco competitivi agli occhi di investitori e giovani professionisti”.

Anche Marchesano sottolinea l’urgenza di un approccio sistemico: “Investire nei trasporti e nella riqualificazione delle aree interne significa creare le condizioni per un’economia più dinamica, capace di attrarre imprese, rafforzare il turismo e generare occupazione stabile per giovani, donne e per i lavoratori over 50 in cerca di reinserimento”. Per la Filca Cisl, la chiave è la programmazione coordinata tra istituzioni locali, governo, imprese e parti sociali, finalizzata a una pianificazione pluriennale che sappia coniugare sostenibilità, innovazione e inclusione sociale. “La sfida – concludono i segretari – non si esaurisce nella realizzazione di opere: serve un modello di sviluppo che trasformi le aree interne in poli attrattivi, capaci di competere e di offrire prospettive concrete alle comunità locali”.