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Emergenza Coronavirus – Un mese di apprensione e difficoltà. Tra paure e incertezze. Ma anche di tanta solidarietà, di preghiere e di elevato senso civico. Il mio appello alla Città.

Emergenza Coronavirus – Un mese di apprensione e difficoltà.Tra paure e incertezze. Ma anche di tanta solidarietà, di preghiere e di elevato senso civico.Il mio appello alla Città.

Publiée par Massimo Cariello sur Dimanche 29 mars 2020

Eboli (Sa) – Sale l’apprensione a Eboli dopo la notizia del trasferimento di 40 pazienti del centro Juventus di Sala Consilina, risultato positivi al tampone, presso il Campolongo Hospital. Una decisione che non è stata accolta bene dalla popolazione e dallo stesso primo cittadino.

Ho scritto una nota alla Regione Campania – questo uno dei passaggi nel discorso di ieri di Massimo Carielloin merito al trasferimento di questi anziani al Campolongo Hospital, un’eccellenza. Ho scritto non per manifestare la contrarietà, ma ho manifestato la contrarietà al metodo utilizzato, non informando il sindaco e non condividendo con lui il percorso. Chiederò rassicurazioni all’Asl: tutelare il più possibile il nostro personale sanitario che dovrà lavorare in questa struttura al fianco degli anziani. In questo momento dobbiamo fare in modo che il virus non si espanda”.

Più dura la presa di posizione delle associazioni. In particolare il Comitato per la Tutela della Salute Pubblica e la Fisi sono concordi nell’organizzare una raccolta firme per capire cose ne pensano gli ebolitani e cercare di mettere almeno un freno a questa situazione.

Non si tratta di razzismo o poca solidarietà nei confronti di persone anziane che ben potevano essere assistite, con l’aiuto della ASL, nel centro da dove è stato trovato il focolaio di infezione” esordisce Rosa Adelizzi, che continua “tra gli operatori del centro Campolongo Hospital, vogliamo ricordare, vi sono molti Ebolitani, non vorremo che si crei un altro focolaio di possibili infezioni che poi diventi ingestibile dato l’alto numero di positivi.” A rincarare la dose, Rolando Scotillo, che proprio non ci sta. “Riteniamo, per una serie di motivi oggettivi, che detto trasferimento “non s’ha da fare” per la sua implicazione logica di incongruenza a motivi di salute pubblica e che, questa volta, le Istituzioni non debbano girarsi dall’altra parte. Stiamo parlando di una struttura che ha evidenziato inconfutabilmente, nelle settimane scorse, di non essere attrezzata neppure per gestire una paziente contagiata che poi ha fatto trasferire presso l’Ospedale di Eboli, con tutte le complicazioni del caso: “Polmonite nosocomiale” il motivo del trasferimento. Ricordiamo a tutti che alla signora, poi deceduta, invece è stata riscontrata radiograficamente ad Eboli una “Polmonite interstiziale”, segno inconfutabile – insieme alla febbre – di una infezione da COVID. I pazienti potrebbero essere seguiti direttamente sul luogo di origine dalla ASL e dalla struttura privata in cui sono ricoverati e utilizzando con Ospedale vicino (Polla) in caso di necessità e di ricovero per complicazioni. Perché trasferirli in una Casa di Cura a oltre 60 KM di distanza e che ha già dimostrato di essere inefficiente ed impreparata sulla materia e che ha costretto per la sua negligenza alla quarantena molti operatori sanitari dell’Ospedale di Eboli?” Ma Scotillo aggiunge un altro aspetto inquietante: “sembrerebbe che si stiano predisponendo il 4° ed il 5° piano della struttura di riabilitazione Eburina per ospitare i pazienti con percorsi comuni ed operando in promiscuità di ambienti, se è vero questa è una grave mancanza che sarà segnalata alle autorità giudiziaria. Invitiamo il Sindaco di Eboli ad opporsi a questo trasferimento: non si può chiedere ai cittadini di stare a casa per ridurre l’infezione e poi importare positivi in grande quantità da altri comuni.” A terminare Rosa Adelizzi: “Faremo una raccolta firme on line per capire cosa ne pensano gli ebolitani.”