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Battipaglia (Sa) – Hanno atteso l’inizio dell’anno per sollecitare una nuova ed urgente convocazione presso il Ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro, i lavoratori e le rappresentanze sindacali aziendali dello stabilimento Treofan di Battipaglia. In una lettera, vengono chieste risposte concrete e decisive in merito alla reindustrializzazione del sito di Battipaglia. “Il tempo scorre inesorabile – si legge nella lettera – mancano meno di tre mesi alla scadenza della cassa integrazione straordinaria e benché dal 1 aprile 2019 siamo in cassintegrazione per l’industrializzazione, benché abbiamo ricevuto ben quattro visite di potenziali acquirenti interessati al nostro sito,  benché all’ultimo tavolo ministeriale del 29 ottobre 2019 l’Advisor Vertus abbia presentato quattro manifestazioni di interesse di cui ben tre offerte non vincolanti (offerte che pare Jindal non abbia preso per nulla in considerazione) benché lo stesso vice capo di gabinetto del Mise e  la sottosegretaria, in occasione dello stesso tavolo ministeriale, abbiano sottolineato l’esigenza di ricevere risposte chiare e concrete in merito alla reindustrializzazione del sito di Battipaglia, benché lo scorso 14 novembre sia stata notificata a Jindal  la delibera ASI in merito alla revoca dei terreni non utilizzati,  ci chiediamo quali sono allo stato attuale le azioni che le istituzioni, in primis il ministero dello sviluppo economico, stanno ponendo in essere per completare l’iter di  reindustrializzazione del nostro sito”. I lavoratori si sentono abbandonati e scrivono di non ricevere più  notizie dall’ultimo tavolo ministeriale dello scorso 29 ottobre e temono, che in questo silenzio, Jindal attivi  la procedura di licenziamento collettivo. “Questo  non potete e non possiamo permetterlo – concludono o lavoratori – Chiediamo pertanto l’attivazione di urgente di un tavolo ministeriale per scongiurare possibili licenziamenti anche in virtù dell’inserimento della proroga della cassa integrazione straordinaria all’interno della legge di bilancio che autorizzerebbe una proroga di sei mesi previa ulteriore accordo da stipulare in sede governativa presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con la partecipazione dello sviluppo economico”.