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di Mariateresa Conte

Vallo di Diano (Sa)- Continuano a far discutere i cittadini del Vallo di Diano e del Tanagro, i continui sequestri effettuati dai Carabinieri circa le decine di autobotti contenenti veleni chimici pronti ad essere sversati nei terreni e nei fiumi. Fatti di cronaca che hanno fatto ripiombare le menti degli abitanti valdianesi, al processo sullo sversamento di tonnellate di rifiuti pericolosi nei terreni di alcuni comuni valdianesi, denominato dalla stessa Procura “processo Chernobyl” che vide numerosi indagati “salvati” dalla prescrizione dei reati.

Magistratura che però, ordinò ai Comuni interessati dallo sversamento illecito dei rifiuti pericolosi, le operazioni di bonifica che ad oggi, non sono ancora avvenute. Intanto però, i cittadini continuano ad interrogarsi sulle sorti di un territorio fertile e a vocazione agricola che qualcuno, spesso imprenditori senza scrupoli, prova ad impoverire e ad avvelenare. A questa situazione preoccupante, molti abitanti del fanno notare come all’interno del territorio, vi siano presenti un gran numero di persone, soprattutto giovani, affetti da malattie tumorali di vario genere. Sulla questione, pubblichiamo la lettera aperta che ieri ci ha inviato la signora Rosa Maria Antonietta di Sant’Arsenio, docente ambientalista e moglie di un medico veterinario che da anni si batte per la tutela dell’ambiente.

“Cara redazione di Anteprima24,

Stamane mi sono recata, insieme a mio marito, al cimitero di Sala Consilina per far visita ai miei cari estinti. Portando un fiore ad un caro amico, deceduto da poco, mio marito si è soffermato a guardare anche le foto degli altri defunti, deceduti da qualche mese. Essendo tumulati in loculi murari le foto dei loro visi evidenziavano un’età ancora giovane ed è stato inevitabile chiedere ai parenti che ornavano i loculi per la commemorazione del 2 Novembre, quale fosse stata la causa della loro morte prematura. Dall’inizio del 2018 al 2 Novembre 2019, tranne che per pochi, la causa era stata il tumore che li aveva colpiti in vari organi del corpo. Le notizie riportate negli ultimi giorni dai media ci fanno pensare quanto sia vero il rapporto causa-effetto tra l’avvelenamento della nostra terra e la morte di tanti abitanti del Vallo di Diano. Da anni tutti noi sappiamo che non è solo la Campania della “Terra dei fuochi” ad essere inquinata ed avvelenata ma anche parte della provincia di Salerno. Pochi delinquenti affiliati alla camorra locale, di notte, versano nei nostri canali, nei nostri fiumi e sui nostri terreni rifiuti tossici e cancerogeni all’insaputa degli abitanti. Gli oncologi e gli specialisti napoletani continuano a vedere arrivare dai nostri paesi pazienti con diagnosi di tumore alle vie respiratorie, gastroenteriche, tiroidei, ecc… che, a differenza del passato, hanno un decorso violento e rapido, con persone che muoiono anche dopo il primo ciclo di chemioterapia. Forse basterebbe fare un’indagine-inchiesta presso i cimiteri locali per sapere quanti sono morti nell’ultimo anno per malattie tumorali… Sono anni che gli abitanti del Vallo di Diano sanno ciò che viene versato sulla nostra terra ma nessuno denuncia, nessuno si preoccupa della morte che colpisce, ogni giorno, i nostri concittadini. Sembra naturale ed inevitabile ciò che sta accadendo. Vorrei rivolgermi a tutti i Sindaci per dire loro che potrebbero fare molto di più se volessero. Io, da docente in pensione, per anni ho insegnato ai miei alunni l’educazione all’ambiente ed alla legalità…anche quando ho dovuto aiutare un mio alunno coinvolto dalla delinquenza ambientale. Luca (nome di fantasia) mentre io spiegavo si addormentava sul banco perché diceva di essere stanco, alle mie domande rispondeva che lui, quindicenne, lavorava per il suo padrino di battesimo, era un lavoro semplice ma che lo costringeva a stare sveglio fino alle 3 di notte perché: “da  Milano arrivano dei camion  che portano bidoni di olio bruciato”. Luca aveva il semplice compito di fare un fischio quando vedeva arrivare il camion per avvisare gli uomini che lavoravano per il suo padrino all’altro lato della strada. In un primo momento pensai che fossero delle fantasie, ma le sue numerose assenze mi fecero pensare che ci fosse altro. Dopo qualche settimana, il preside mi chiamò perchè dovevo recarmi a Polla dai carabinieri. Lì venni a conoscenza della sporca realtà del Vallo di Diano cioè che il mio alunno faceva da palo a chi avvelenava la nostra terra. Iniziai una collaborazione con le Forze dell’Ordine e dopo qualche mese fu arrestato il peggiore dei carnefici del nostro Vallo. A scuola tutto continuò come prima, tranne il fatto che Luca rimaneva sveglio durante le lezioni. Ho continuato a parlare di legalità e collaborare con i Carabinieri anche per altri avvenimenti che, purtroppo, coinvolgevano un’alunna di un’altra mia classe. Ricordo, ancora, che sul rettilineo della SS166 degli Alburni, tra Atena Lucana e San Pietro al Tanagro, mio marito, notò su una strada laterale un cartello che indicava il sequestro di un terreno da parte dei Carabinieri del N.O.E. e vide il figlio del proprietario che irrigava il mais coltivato sul terreno sequestrato. Nella nostra zona regna l’omertà e la paura, forse temono di essere puniti come è accaduto a me, per aver fatto il mio dovere di ambientalista, nel 2014, mi è stato impedito di votare quale non vedente, negandomi l’accompagnamento in cabina. Forse gli abitanti della mia terra non si ribellano perché non hanno il mio stesso coraggio. Eppure basterebbe poco per fare in modo che dall’anno prossimo, nella ricorrenza della commemorazione dei defunti, ci fossero meno morti per tumore.

Maria Antonietta Rosa

(Sant’Arsenio, 3 novembre 2019) ”.