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Salerno – La chiesa di San Marco a Rota – nella frazione Curteri di Mercato San Severino – costituisce la testimonianza più rilevante della Rota tardoantica ed altomedievale. Grazie al Protocollo d’Intesa sottoscritto tra l’Università di Salerno, il Comune di Mercato San Severino, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino e l’Ente Sussistenza Clero, proprietario del bene, sono state avviate le nuove attività di scavo e di monitoraggio del sito di San Marco a Rota di Mercato San Severino, a cura della cattedra di Archeologia Medievale dell’Ateneo salernitano.

Hanno partecipato alla visita del sito: il Sindaco del Comune di Mercato San Severino Antonio Somma, il Rettore dell’Università di Salerno Aurelio Tommasetti, il Funzionario Capo Area della Soprintendenza Archeologica delle Province di Salerno ed Avellino Raffaella Bonaudo e i Responsabili delle attività di scavo, la prof.ssa Rosa Fiorillo e il prof.Alfredo Santoro, con gli studenti della Scuola di Specializzazione in Archeologia e i dottorandi RAMUS (Ricerche e Studi sull’Antichità, il Medioevo e l’Umanesimo – Università di Salerno).

Siamo solo contenti di poter dare una mano al comune di Mercato San Severino che insiste nella Valle dell’Irno che felicemente ci ospita – ha dichiarato il rettore TommasettiAttraverso questa collaborazione scientifica del nostro Dipartimento di Beni culturali ed in particolare della Cattedra di Archeologia Medievale, si può lavorare a servizio del territorio, contribuendo a valorizzarne storia e tradizioni“.

Il Sindaco Antonio Somma ha dichiarato: “Gli scavi daranno la possibilità di continuare a fare emergere le bellezze nascoste della nostra storia. Grazie a questo protocollo d’intesa con l’Ateneo, la Soprintendenza e l’Ente Sussistenza Clero abbiamo intrapreso l’attività di scavo della Villa romana, in una zona che è la più antica di Mercato San Severino, il Rotaticum, ovvero il luogo dove veniva pagato il pedaggio“.

Il sito è molto interessante per la conoscenza del territorio – sottolinea la responsabile dell’attività di scavo – prof.ssa Rosa FiorilloEsso contiene una chiesa di VI secolo con battistero e cimitero che si vanno ad inserire all’interno di una Villa romana di grande importanza per il territorio“.

Le prime indagini archeologiche nel sito furono effettuate nel 1985 con un saggio nella zona retrostante l’abside, che mostrò come la fondazione poggiasse su uno strato di distruzione di età imperiale; le indagini furono poi riprese dalla cattedra di Archeologia medievale dell’Università di Salerno tra il 2008 ed il 2010. In questi anni fu indagato lo spazio circostante l’edificio di culto e i risultati evidenziarono una continuità di vita che va dal II-I a.C. fino al pieno Medioevo. E’ nel VI secolo che sulle strutture murarie di quella che è una importante villa romana, probabilmente una villa pretoria, si insedia il nuovo centro di aggregazione con chiesa e sepolcreto.

Dopo un lungo periodo di sospensione delle attività di scavo, nel corso di quest’anno la cattedra di Archeologia Medievale Unisa ha presentato al Sindaco del comune di Mercato San Severino un progetto di recupero ambientale per la realizzazione di una nuova area archeologica di indagine del sito. Stipulato il Protocollo d’Intesa tra gli enti, le attività di scavo, dirette dalla prof.ssa Rosa Fiorillo (Dipartimento Dispac Unisa), hanno avuto inizio a luglio 2019 con la pulizia dell’area, lo studio dei materiali dei vecchi scavi e l’apertura di una nuova fase di indagine attualmente in corso. A queste attività partecipano anche gli studenti della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Ateneo e i dottorandi RAMUS.

Da quanto si è desunto è possibile affermare – continua la prof.ssa Fiorillo che sulla Villa romana era presente una chiesa con funzione plebana, sicuramente dotata di battistero, fulcro di aggregazione sociale per lo sviluppo di quella che poi sarà la città medievale di Rota. L’area funeraria individuata, che sembra avere spazi organizzati distinti per donne e bambini, accoglieva individui di ceto elevato, come testimoniano i corredi e le tipologie tombali.Tra i materiali recuperati di recente si segnalano monete e ceramiche di VI secolo ed una catenella in bronzo impiegata per sospendere una lucerna, probabile arredo liturgico della chiesa o dello stesso cimitero“.