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Riequilibrare il rapporto tra grandi multinazionali e singoli produttori della filiera agroalimentare. E’ questo l’invito che il Parlamento europeo ha prodotto ai vertici dell’Unione, approvando la proposta che vede come prima firmatario l’eurodeputato casertano Nicola Caputo, componente in quota Pd della commissione Agricoltura.

A darne notizia è lo stesso Caputo, che attraverso una nota stampa illustra le linee guida dell’iniziativa: “La proposta di Atto dell’Unione è volta a contrastare le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Le pratiche che dovranno essere definite chiaramente stabilendo sanzioni per chiunque le metta in atto. Le pratiche commerciali sleali derivano principalmente dagli squilibri di reddito e di potere nella filiera alimentare. Tali squilibri devono essere affrontati con urgenza al fine di migliorare la situazione degli agricoltori nel settore alimentare. La vendita al di sotto del costo di produzione e l’abuso di prodotti agricoli di base quali ‘articoli civetta’ – come ad esempio i prodotti lattiero-caseari, la frutta e gli ortaggi – da parte della grande distribuzione rappresentano una minaccia alla sostenibilità di lungo termine della produzione dell’UE di tali prodotti. Il fatto che le pratiche commerciali sleali siano un problema diffuso e crescente porta a chiedersi quanto i regimi basati sulla autoregolamentazione siano efficaci nel ripristinare l’equilibrio di mercato. I regimi volontari che incoraggiano le imprese a non ricorrere a pratiche commerciali sleali possono attenuare il problema, ma non saranno mai sufficienti a risolverlo. La proposta di ‘Atto dell’Unione’ suggerisce anche soluzioni che la Commissione e gli Stati membri potrebbero adottare per garantire, tra l’altro, che i rischi vengano condivisi più equamente lungo la filiera agroalimentare e che sia tutelata la posizione contrattuale degli agricoltori e che sia migliorata la trasparenza del mercato. Il punto chiave riguarda il campo di riferimento normativo. La proposta di ‘Atto dell’Unione’ invita la Commissione a condurre una valutazione d’impatto al fine di proporre un quadro normativo dell’UE volto a combattere le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare (dai ritardi di pagamenti alle modifiche unilaterali e retroattive di contratti in corso). In particolare la proposta suggerisce alla Commissione di includere le pratiche commerciali sleali nella filiera di produzione agroalimentare nella Direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, creando così un vero e proprio quadro normativo che ad oggi non esiste nella filiera agroalimentare”.

La proposta è stata firmata anche dagli europarlamentari Eric Andrieu, Marc Tarabella, Zbigniew Kuźmiuk, Marco Zullo, José Bové e Luke Ming Flanagan.