L’aria di festa si respira ancora, ma Raffaele Biancolino guarda già oltre. Dopo una stagione esaltante, il tecnico dell’Avellino non vuole distrazioni: nel mirino c’è la finale di Coppa Italia di Serie C. E lui, da ex guerriero del campo, ha ancora fame: “Per novanta minuti lasciamo da parte i festeggiamenti. Affrontiamo una squadra forte, che contro di noi ha sempre tirato fuori il meglio. Ricordo bene quei play-off. Stavolta voglio vincere”.
Parole che riflettono la mentalità del gruppo: leggera nei momenti di relax, ma ferocemente concentrata quando conta. “Ci siamo allenati bene, con il sorriso, com’è giusto che sia dopo un traguardo simile. Ma adesso è tempo di tornare a fare quello che sappiamo fare”, ha aggiunto.
Biancolino non si nasconde nemmeno quando parla di formazione: “Rispetto all’ultima gara ci saranno diversi cambi. Davanti partono Lescano e Patierno. Oltre non vado”.
Sul piano fisico, la squadra arriva all’appuntamento con qualche acciacco: fuori Russo e Tribuzzi, entrambi convocati ma non disponibili. Sounas e Marson hanno avuto la febbre nei giorni scorsi. In gruppo, invece, Palmiero, Frascatore e Armellino.
Lo sguardo poi si sposta sul futuro, con la Serie B che incombe e una squadra pronta a misurarsi con la categoria superiore: “Non servono rivoluzioni. Questo gruppo ha fatto qualcosa di straordinario. Servono rinforzi mirati, gente da categoria. Ma l’anima resta”.
Poi, una riflessione tutt’altro che banale sulla questione stadio e sui limiti imposti ai festeggiamenti: “Vedo troppi paletti, troppe difficoltà anche nel celebrare. Abbiamo sofferto tanto per arrivare fin qui, non roviniamo tutto per colpa di dinamiche che non ci appartengono. Lasciateci vivere questo momento, ce lo siamo guadagnati”.
E infine un passaggio umano, che racconta più di mille schemi: “Ho uomini prima che calciatori. E con loro si può scrivere un’altra pagina importante della storia dell’Avellino”.