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“Per la sicurezza sui luoghi di lavoro continueremo a insistere per il riconoscimento dell’omicidio colposo sul lavoro e per l’istituzione di una procura speciale che possa finalmente dare giustizia alle famiglie delle vittime e degli invalidi sul lavoro”. Lo ha detto Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Napoli e Campania, a margine della manifestazione per il primo maggio in piazza Municipio.
“Non dimentichiamo che oltre i morti sul lavoro – ha aggiunto – ci sono anche tanti altri lavoratori e lavoratrici che restano invalidi a causa di incidenti gravi sui luoghi di lavoro. Il primo maggio è un’occasione per rinnovare il nostro impegno sulla sicurezza e anche su altri temi come la precarietà e il lavoro povero, dobbiamo essere in grado di mantenere ed alimentare una forza attrattiva della capacità manifatturiera nella nostra regione, perché senza investimenti non si genera lavoro e per noi il lavoro deve essere sicuro , dignitoso e di qualità”. 

“Il primo Maggio accende i riflettori sulle questioni legate alla sicurezza sul lavoro ma la battaglia deve essere combattuta tutti i giorni, per evitare drammi che sono inaccettabili”. Lo ha detto, in una nota, Luigi Musto, presidente della Commissione politiche giovanili e del lavoro.
 “L’attenzione sui luoghi del lavoro deve essere una priorità, al centro delle nostre politiche – ha aggiunto Musto – e chi non osserva le minime regole di salvaguardia della sicurezza dei lavoratori, va perseguito e punito severamente”. 

“Se guardiamo la Festa del Lavoro dal mio territorio ovvero Napoli, la Città Metropolitana e la Regione Campania, ‘non ci resta che piangere!”. E’ quanto afferma Salvatore Ronghi, Presidente di “Sud Protagonista” e già consigliere regionale della Campania.
 “Particolarmente in questo giorno, non riesco a sopportare l’ipocrisia di chi ha gli strumenti e il potere di sviluppare politiche attive per il lavoro ed, invece, lascia che Napoli e la Campania sprofondino nella disoccupazione e nei tirocini e nei corsi di formazione inutili se non finalizzate al lavoro”, sottolinea Ronghi, che aggiunge: “Oggi, il lavoro che c’e’ in Campania si deve solo ad alcune imprese che operano nelle Asi e grazie al merito di chi le ha gestite e non certamente alla politica regionale”. “L’auspicio – continua Ronghi – e’ che si realizzi il Piano straordinario per il lavoro a Napoli e in Campania, e in tutto il Sud, che, come ‘Sud Protagonista’, abbiamo proposto e che, in Campania, si creino le condizioni per un totale cambiamento nella politica regionale che possa dare vita ad adeguate politiche attive per lavoro per creare lavoro di qualità e di stabile nella nostra regione”.

“Sono troppi gli incidenti che quotidianamente avvengono sui luoghi di lavoro e rappresentano una sconfitta per tutti noi. Tutti siamo tenuti a cooperare al fine di garantire la sicurezza di ogni nostro concittadino che, con dignità, passione e senso del dovere, contribuisce alla ricchezza delle nostre comunità”.
Lo ha affermato il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nel corso della cerimonia della consegna delle Stelle al Merito, che si è svolta a Pietrarsa.
 “Permettetemi, in questo momento, di ricordare, con qualche istante di silenzio, tutti coloro che hanno perso la vita nello svolgimento delle proprie mansioni – ha sottolinea – Sono centinaia le persone vittime di tragici incidenti sui luoghi di lavoro e la nostra Regione è tra le più colpite. È giunto il momento, pertanto, di interrogarci tutti sulle cause di questa situazione e di comprendere, tutti insieme, il percorso da intraprendere per affrontare il problema”.
“Nessuno di noi può voltarsi dall’altra parte, nessuno può fare finta di niente. In particolare, l’Inail ha certificato che, nella Regione Campania, si sono verificati nell’anno 2024 15108 infortuni in occasione di lavoro, di cui 81 mortali. Nel periodo Gennaio-Febbraio 2025, si sono registrati già 2046 incidenti sul lavoro, di cui 6 mortali. Il pensiero va, inevitabilmente, anche alla recente tragedia occorsa alla funivia del monte Faito, a seguito della quale, oltre ai passeggeri, è deceduto anche l’operatore di Eav impegnato nelle attività”, ha aggiunto il prefetto.

“Serve un Patto del Lavoro per il Lavoro. Di fronte alle sfide che attraversano il nostro tempo — salari insufficienti, insicurezza nei luoghi di lavoro, impatto dell’intelligenza artificiale, il bisogno di diritti universali, di vera inclusione e di un welfare più forte — non possiamo restare fermi, occorre un’alleanza autentica tra le Parti sociali”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, dal palco di piazza Plebiscito, a Napoli, in occasione del Primo Maggio.
“Con il Patto del Lavoro per il Lavoro vogliamo restituire dignità ai salari; difendere la sicurezza di chi lavora; governare l’innovazione tecnologica nel rispetto della persona; riaffermare i diritti universali e non negoziabili; costruire ambienti di lavoro inclusivi e sostenere il lavoratore lungo tutta la sua vita”, ha proseguito. “Il Patto che proponiamo affronta tutti i principali temi che impattano sul mondo del lavoro a cominciare dai salari – ha detto Margiotta – Mediamente i salari sono inferiori a quelli di dieci anni fa e, in molti settori, risultano insufficienti a garantire standard di vita adeguati. Per questo Confsal propone la costruzione di un Patto Salariale, da realizzare attraverso un’intesa concreta con le principali confederazioni sindacali e le associazioni datoriali più rappresentative per stabilire una soglia minima, garantire il recupero annuale del potere d’acquisto e avviare un percorso di avvicinamento dei salari medi italiani ai livelli europei”, ha aggiunto. Tra le priorità della Confsal c’è sempre stata la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: “E’ necessario – ha ribadito Margiotta- varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro che riprenda alcuni principi fondamentali del nostro Decalogo della Sicurezza e che inviti gli imprenditori a sottoscrivere un impegno concreto per una nuova stagione della prevenzione. Occorre passare da una logica di emergenza a una logica di prevenzione strutturata e partecipata, affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte”.