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Teverola (Ce) –  Guidava tranquillamente l’auto, pur se ufficialmente era affetta da una patologia assolutamente incompatibile con la guida di una vettura, come la schizofrenia. Fin quando un esposto anonimo, inviato lo scorso anno probabilmente da qualche cittadino onesto, ha dato il via all’indagine che l’ha travolta.

Per 20 anni, Annunziata Rinaldi di Teverolaoggi 59enne, ha goduto di indennità pubbliche per una malattia mai avuta, percependo in totale 268mila euro, grazie a medici compiacenti che hanno continuato a coprirla anche dopo che l’indagine penale era pienamente avviata. Emerge dall’ordinanza firmata dal Gip di Napoli Nord Fabrizio Finamore, che ha disposto per la donna la misura cautelare dell’obbligo di dimora, e la misura ben più grave dei domiciliari per il medico psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl, Vincenzo Noviello di 64 anni, che ha firmato parte dei certificati falsi; il dirigente pubblico è stato sospeso dal servizio nel 2015 dopo una serie di condanne per vari reati.

Prima del 2005, hanno accertato i carabinieri di Teverola consultando gli archivi Inps di Caserta, la 59enne ha ricevuto l’indennità di accompagnamento, da quella data poi, in cui ha maturato gli anni per la pensione, ha ottenuto ogni mese due pensioni, quella di invalidità per  lavoratori dipendenti e quella per invalidi civili. Tutto si basava su una pronuncia del 2001 emessa dal giudice civile di Santa Maria Capua Vetere in cui si riconosceva alla donna l’invalidità al 100%, così come certificato dal dirigente dell’Asl Noviello.

Per 20 anni dunque, la donna, forte delle sentenza del giudice, ha percepito indennità e pensioni senza alcun controllo da parte dell’Inps. E’ stata proprio la scoperta da parte dei carabinieri, presso la Motorizzazione Civile, che la donna possedeva una patente valida, a far svoltare le indagini. Gli inquirenti hanno subito convocato il medico che ha dato il nulla osta per il rilascio del documento, risultato all’oscuro della falsa malattia. “Una persona con diagnosi di schizofrenia di tipo paranoide a contenuto delirante-persecutorio e autismo secondario psicotico, sarebbe in grado di sostenere con esito positivo una visita per l’idoneità alla guida” gli hanno chiesto gli inquirenti. “Assolutamente no” è stata la risposta secca del medico. A quel punto i militari hanno chiesto all’Inps di procedere ad una verifica straordinaria del quadro di salute dell’Annunziata.

L’esito della verifica, scrive il Gip, arrivato il 18 settembre di quest’anno, è “sconcertante”, in quanto i tre medici, liberi professionisti, incaricati dall’Asl di effettuare gli accertamenti, hanno confermato che la donna era affetta da schizofrenia, basandosi – specifica il Gip – sui documenti presentati dalla 59enne, ovvero le dichiarazioni del marito, peraltro neppure identificato, i certificati di Noviello, risultati falsi, e recanti timbri dell’Asl e dell’ospedale Moscati di Aversa. I tre professionisti sono stati indagati.

Da un lato, è poi emerso, Noviello non aveva prestato servizio in ospedale nella data riportata sui certificati, ma ha continuato a firmarli anche dopo la sospensione dal servizio; la donna è risultata invece completamente sconosciuta al Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl. Anche il medico curante dell’Annunziata ha poi smentito la sua paziente, confermando di sapere solo vagamente della malattia psichiatrica e di non aver mai prescritto alla 59enne analisi o medicine attinenti alla schizofrenia.