- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Nicola Sguera, come annunciato nei giorni scorsi, lascia il Movimento 5 Stelle e il Consiglio Comunale di Benevento. Una decisione sofferta, discussa ma convinta quella del professore beneventano ormai lontanissimo dalle posizioni politiche prese dal Movimento 5 Stelle dopo l’alleanza non ancora certificata ma nei fatti attestata dal contratto di Governo firmato con la Lega di Matteo Salvini: “La decisione è stata presa appena ho visto che la strada intrapresa dal Movimento era quella di un accordo di legislatura programmatico con una forza politica che io reputo portatrice di istanze, come disse Dario Fo, fondate sulla paura e il rifiuto dell’altro. Una forza che ha dentro di sé pesanti pulsioni xenofobe e securitarie che secondo me sono lontane dall’approccio del Movimento fondato sulla razionalità e la risoluzione dei problemi ma all’interno di una cornice di umanità. Per cui – prosegue Sgueranon ho mai messo in discussione che avrei dovuto rompere questo rapporto bellissimo, durato 4 anni, riconoscendo al Movimento un ruolo  fondamentale, che è quello di aver messo in archivio un pezzo di storia della Repubblica ma non mi riconosco in questa idea che i populismi possano allearsi tra di loro. Secondo me – precisa Sguera – i populismi sono diversi e io speravo che i 5 Stelle potessero incarnarne gli aspetti luminosi e non tenebrosi come quelli della Lega”.

Sguera difende la sua scelta di non restare in Consiglio Comunale, magari in gruppo misto: “Prima di tutto io ho bisogno di grande spinte ideali, di fede nella mia azione politica. E poi sarei venuto meno ad un impegno preso con il Movimento a cui mi sento di essere comunque leale, e cioè quello di essere un portavoce e quindi era doveroso rimettere questo incarico e dimostrare che si può fare politica anche in altri modi, senza un incarico”.

Fare politica, dunque. Chiediamo a Nicola Sguera  se la sua attività politica possa proseguire in altro modo: “Questa fase, come ha detto Marco Revelli stamattina, è doveroso utilizzarla per pensare a nuove categorie della politica e quindi ci sarà un momento di studio che, a dire il vero, io ho fatto già in questi anni partecipando alla vita politica ma cercando anche di capire i mutamenti politici in atto nella società e – sottolinea Sguerabisogna rimettersi sicuramente a studiare tanto capendo che si è conclusa una fase. Quando diciamo fine della Terza Repubblica non solo per quanto riguarda i soggetti della rappresentanza politica ma probabilmente anche il corpo stesso della società che è cambiato e molti non se sono accorti. Dunque ora ci sarà questo momento di studio e rielaborazione e perché no, successivamente, di rinnovato impegno tutta da costruire, dal nulla”.