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di Anna Rita Santabarbara

Casal di Principe (Na) – Proviamo a scattare una fotografia dall’alto della città in cui viviamo. Vedremo case, scuole, ospedali, ferrovie, strade, palestre, centri ricreativi. Proviamo poi a chiudere gli occhi e a immaginare che tutto quanto è stato costruito dall’uomo sparisca improvvisamente. Resterebbe il verde dei prati e il profumo dell’erba, ma la nostra vita sarebbe paralizzata. Non avremmo più un posto fisico in cui lavorare, delle scuole in cui mandare bambini e ragazzi, dei luoghi di svago in cui incontrarci con gli amici del sabato sera.

Questo esercizio visivo così semplice ci dà la misura di quanto sia importante il settore dell’edilizia nella nostra vita e nel nostro Paese. “Una scuola trasferisce conoscenza dopo che la scuola è costruita. Un ospedale cura, eroga prestazioni e servizi sanitari dopo che l’ospedale è stato costruito. Una ferrovia come un aeroporto, un porto, una strada piuttosto che un’autostrada, mettono in collegamento culture, popoli e territori dopo che queste sono state costruite”.

Così il segretario della Fillea CGIL Caserta ha aperto il VII congresso provinciale del sindacato questa mattina al Teatro della Legalità di Casal di Principe. Un incontro in cui si è discusso di lavoro, ed in particolare della crisi in cui si trova il settore delle costruzioni in Italia. Stando ai dati diffusi dal sindacato, tra il 2009 e il 2018 sono stati persi circa 5000 i posti di lavoro per un totale di 4 milioni di euro di salario in meno. Fatto che ha conseguenze devastanti sull’economia del territorio, che si riannoda su se stessa in un circolo vizioso visto e rivisto: si lavora meno, si spende ancor meno, e, a catena, tutte le attività economiche del tessuto sociale rallentano e si paralizzano. Il dato più interessante fornito dal sindacato dei lavoratori delle costruzioni riguarda, però, il numero delle imprese registrate alla Cassa Edile, circa 1.500 nel 2018, a fronte delle 12.000 iscritte alla Camera di Commercio.

Ogni impresa edile, per poter “mettere a posto” gli operai, ha l’obbligo di registrarsi alla Cassa edile appunto, che garantisce il pagamento di ferie, contributi previdenziali e anzianità professionale. È stato calcolato che sono circa 8.000 le aziende irregolari, per cui “se ipotizziamo un operaio per 8.000 imprese”, spiegano dalla Fillea CGIL, “abbiamo 8.000 lavoratori in nero”.

Un paradosso quello che si sta verificando in un’area e in un settore che fino a qualche anno fa era considerato il maggiore business delle organizzazioni criminali campane che proprio nel basso casertano avevano la loro roccaforte e dalle costruzioni traevano i maggiori guadagni. “Lavorare come operaio edile negli anni ’90 significava avere un posto fisso, avere la mesata sicura e poter soddisfare pienamente i bisogni della propria famiglia”, ricorda il segretario provinciale, Vincenzo Maio. Apparentemente, il settore dell’edilizia in Campania non sembra avere uno spessore inferiore alle regioni del Nord Italia. In Campania nel 2018 sono stati rilevati circa 20.000 cantieri aperti, e la regione si è posizionata come la prima del Sud Italia per numero di costruzioni avviate, seguita da Puglia, Sardegna, Sicilia e Calabria. E se consideriamo che al Nord la media dei cantieri si aggira attorno a quota 20.000, dovremmo giudicare positivamente il risultato. Peccato, però, che molti di questi cantieri siano fermi. Operai che avanzano mensilità di lavoro, fornitori che attendono pagamenti, imprese sull’orlo del fallimento. L’esempio più eclatante è quello del Policlinico di Caserta, i cui lavori cominciati da oltre 10 anni, si sono arrestati per l’ennesima volta. “Bisogna lavorare sulla Cassa Depositi e Prestiti”, afferma il segretario generale della Fillea CGIL, Alessandro Genovesi. “Se al Ministero creassero un fondo finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti attraverso il quale garantire liquidità alle imprese, ci sarebbe maggiore garanzia che i lavori aperti giungessero a conclusione o quantomeno non si bloccassero a singhiozzo, creando problemi non solo a chi lavora, ma anche a chi attende di poter usufruire di quell’opera”.

Attualmente, nella provincia di Caserta sono 28 le opere pubbliche in costruzione tra scuole ed ospedali, di cui alcune ferme per problemi logistici o finanziari. La maggior parte delle costruzioni attive riguarda il ramo dell’edilizia residenziale (2.428 edifici) e, in piccola parte, la realizzazione di edifici agricoli (350 costruzioni).