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Sant’Agata de’ Goti – Nei giorni scorsi 35 colli contenenti circa 1.500 libri hanno intrapreso un viaggio, da Bari alla volta del Sannio. I volumi fanno parte di una donazione che la casa editrice Laterza ha voluto destinare alla Biblioteca Melenzio di Sant’Agata de’ Goti. Donazione nata grazie ai rapporti intercorsi tra il presidente della Pro Loco santagatese Claudio Lubrano e la dirigente Carla Ortona della casa editrice pugliese.

I 1.500 volumi facenti parte delle collane più prestigiose della Laterza (Robinson, Manuali, Grandi Opere, Biblioteca Storica, Percorsi, Storia e Società, Sagittari, Itinerari, Economica, Cultura Storica, Tempi Nuovi, Quadrante, Universale, Anticorpi, Libri del Tempo, Contromano) con edizioni che vanno dagli anni ’60 ad oggi, entreranno così a far parte della dotazione della biblioteca della Fondazione Melenzio, inventariati e collocati in SBN ed inseriti all’interno del sistema Opac.

Un immediato e sincero pensiero di ringraziamento – queste le parole di Claudio Lubranorivolto alla Laterza con la dottoressa Ortona e il titolare dottor Alessandro Laterza. Il felice esito di tale iniziativa apre certamente nuove strade di interlocuzioni e rapporti con la prestigiosa e storica casa editrice meridionale che saranno sicuramente forieri di collaborazioni future e, di imminente realizzazione, la creazione di un Fondo Laterza nella dotazione generale della Biblioteca che andrà ad essere affiancato al già realizzato Fondo Domenico De Masi costituito grazie alle cospicue donazioni del prestigioso sociologo. Naturalmente i testi ricevuti in donazione non saranno assolutamente e semplicemente depositati in modo statico e inattivo, ma con lavoro continuo e giornaliero, e competente classificazione, saranno via via inventariati e collocati in SBN con presenza visibile nell’OPAC nazionale, al servizio cioè dell’intero Paese“.

Ma la notizia della donazione dei volumi da parte della Laterza, offre l’occasione al presidente Claudio Lubrano anche per una riflessione sul centro storico di Sant’Agata de’ Goti, dove sorge, nello slargo della villa Torricella, la biblioteca.

Oggi – queste le parole di Lubrano – bisogna fare una passeggiata nel centro storico di Sant’Agata dei Goti per percepire e verificare il profondo stato di desolazione in cui è scivolato da un po’ di tempo. Paradossalmente, la desertificazione del nostro impianto urbanistico, fra i più ammirati e stimati del territorio nazionale, potrebbe contribuire a creare un ambiente ideale per artisti e fotografi che amano ritrarre scorci, piazze e vicoletti completamente liberi da figure e forme contaminanti da un punto di vista artistico.

Purtroppo però, la desolante immagine di via Roma, di piazze e vicoletti completamente deserti, crea sconforto non solo in chi, da sempre, ha creduto in un centro storico vitale, attivo e frequentato, ma scoraggia anche abituali estimatori, giovani, sposi con fotografi e perfino coppie di innamorati un tempo molto presenti, sicuramente ispirati ‘dall’ozio balsamico’ dei suoi vicoletti, come ama citare Cesare De Seta. Di conseguenza si assiste ad un inesorabile e progressivo impoverimento di attività commerciali e ricettive che in esso, un tempo, proliferavano, con una vera e propria fuga dalle ubicazioni commerciali dell’antico borgo. Se si tiene conto poi dell’ultima tendenza particolarmente in voga fra ‘addetti e delegati’ di far terminare il centro storico proprio davanti al Duomo, così come è stato finanche riportato su diverse cartine e/o brochure istituzionali, allora il quadro desolante diventa davvero completo.

La parte originaria più antica dell’insediamento dunque, quella al di là del Duomo, è praticamente svuotata di ogni importanza e considerazione ad eccezione di qualche minima indicazione della villa comunale in largo Torricella. Ed è proprio in questa parte del centro storico che, in completa controtendenza al negativo contesto generale del borgo, continua a crescere una istituzione creata nel 2005 in seno alla Pro Loco.

E’ la Biblioteca M.Melenzio che, con un’attività crescente, riesce ad amplificare e migliorare anno per anno la propria dotazione documentaria e ad offrire servizi sempre più efficienti e utili per ricercatori, studenti, tesisti e normali lettori”.

“Tutto ciò – conclude Lubrano –, mentre il nostro centro storico sembra avviarsi mestamente verso una inesorabile eutanasia dove gli ormai infiniti cartelli di ‘vendesi’ assomigliano sempre più a manifesti di annunci funebri, in questa parte del borgo pulsa e vive una biblioteca a funzione pubblica che, pur soffrendo per ovvie difficoltà di congiuntura economica e non solo, riesce a porsi come riferimento per programmi, attività ed incontri culturali di indiscusso livello. Si ritiene pertanto inutile e ridicolo, ignorarne e/o cancellarne la presenza su cartine e brochure itineranti stampate ufficialmente in tempi recenti. Nel vicoletto S.Vito, presso il Largo Torricella, attualmente la parte più dimenticata del nostro borgo, la Biblioteca Melenzio, la Pro Loco, la Galleria di Arte Contemporanea e il Centro Studi Sistini sono vivi ed operativi e svolgono il loro servizio tutti i giorni, mattino e pomeriggio, dal 1 gennaio al 31 dicembre , con passione, dedizione e crescita in progress a disposizione dell’intera collettività”.