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Sarà una Tari particolarmente salata quella del 2018. Una spiacevole sorpresa di Pasqua alla quale i contribuenti sanniti difficilmente potranno sfuggire.

Il motivo è presto spiegato: bisogna saldare il conto della Samte, uscita vittoriosa dallo scontro con i Comuni combattuto nelle aule giudiziarie.

Oggetto del contendere, ormai è storia, la delibera 123 del giugno 2015 con la quale la Provincia aumentava per il 2014 (e dunque in maniera retroattiva) e per il 2015 la tariffa per il conferimento allo Stir di Casalduni dei rifiuti indifferenziati. Aumento più che sostanzioso: da 120 euro a tonnellata, Iva inclusa, a 199,03 euro, Iva esclusa.

La reazione dei Comuni si sostanziava in una aspra battaglia a colpi di carte bollate a cui ha posto la parola fine, lo scorso giugno, il Consiglio di Stato, stabilendo la legittimità degli aumenti deliberati dalla Rocca dei Rettori.

Nasce da questa sentenza il maggior costo per le amministrazioni comunali, chiamate a pagare alla Samte la differenza tra quanto versato (120 euro Iva inclusa a tonnellata) e la somma effettivamente dovuta (199,03 euro Iva esclusa) negli anni 2014 e 2015.

E i nodi stanno per venire al pettine: entro il 31 marzo, i Comuni dovranno approvare il bilancio di previsione per il 2018 e determinare aliquote e tariffe della Iuc, l’imposta unica comunale che racchiude in sé tre distinti tributi: Imu, Tasi e, per l’appunto, Tari.

Proprio nel piano finanziario della tassa sui rifiuti troverà spazio la voce relativa al rimborso dovuto alla Samte.

Il conto si annuncia esoso. Il Comune di Benevento, per citare un caso, è chiamato a restituire una cifra superiore ai 2 milioni di euro. E da giorni a palazzo Mosti si lavora per scongiurare la stangata ai cittadini del capoluogo.

Stiamo effettuando diverse proiezioni, provando ad intervenire sugli altri capitoli del piano finanziario per cercare di contenere al minimo gli aumenti” – racconta l’assessore al Bilancio, e da ieri anche vice sindaco, Maria Carmela Serluca. “Un rincaro, seppur lieve, è inevitabile. Ma troveremo una soluzione anche per le famiglie e gli esercizi commerciali che già pagano una Tari alta. Purtroppo quello relativo al saldo Samte è un costo al quale non possiamo sottrarci, considerato che c’è una sentenza del Consiglio di Stato da eseguire”.

Va da sé che quello di Benevento è soltanto un esempio. In tutti i Comuni sanniti, da giorni, si studiano exit strategy per evitare di scaricare per intero sulle comunità il saldo dovuto alla Samte.

Con quale risultato? Chi proprio non sta nella pelle potrà scoprirlo a breve, il tempo di una riunione di giunta e di consiglio. Altrimenti, per salvaguardare la serenità pasquale, non resta che attendere l’arrivo del bollettino.