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Piazza del Plebiscito ha ospitato anche quest’anno la cerimonia del giuramento degli Allievi del 230° corso della scuola militare “Nunziatella”, il più antico istituto di formazione dell’esercito. La cerimonia quest’anno riveste una particolare importanza dati i festeggiamenti per l’anniversario dalla fondazione della Scuola risalente al 18 novembre 1787.

La solennità della cerimonia è stata rimarcata dalla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Difesa Roberta Pinotti, del consigliere del presidente della Repubblica e segretario del Consiglio Supremo di Difesa, generale Rolando Mosca Moschini, del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, e del comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata Pietro Serino. La presenza delle massime autorità dello Stato, sia del mondo civile che militare, ha sottolineato l’importanza del passo che i 90 giovani Allievi, di cui 21 donne, hanno compiuto.

Durante il suo intervento il capo di Stato Maggiore dell’Esercito Danilo Errico, rivolgendosi agli allievi, ha detto: “Sono le qualità morali unite a una formazione culturale d’eccellenza e forgiate nella disciplina e nel rigore militare di questa antica scuola dell’Esercito, che creano una comunità di allievi ed ex allievi, cittadini di spicco, militari di successo, piuttosto che imprenditori o professionisti affermati, uniti gli uni agli altri da un legame saldissimo e indissolubile”.

Infine la ministra Pinotti ha difeso la necessità di una difesa comune integrata Ue perché “le minacce che oggi viviamo sono minacce che richiedono una risposta di sicurezza integrata”.

“Questo percorso – ha ribadito – è essenziale per la sicurezza dei cittadini europei”. Per la difesa comune Ue “negli ultimi mesi è stata fatta più strada di quanta fatta nei 60 anni precedenti. E’ veramente straordinario quello che si è innescato – ha proseguito Pinotti – Da quando ci sono i trattati di Lisbona è possibile attivare una cooperazione rafforzata, quindi cominciare un percorso per una difesa comune integrata, che non vuol dire far venire meno le difese nazionali, vuol dire farle diventare più forti in un progetto integrato”.