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Salerno – Fonderie-Pisano: il Comitato Salute e Vita tira le somme, a bocce ferme, di un incontro – quello con De Luca a Napoli – il cui esito potrebbe indirizzare la vicenda verso l’epilogo auspicato dal movimento di cittadini. Il Comitato scrive al Governatore elencando, punto su punto, le tappe dell’annosa vicenda che ha visto (e vede) il coinvolgimento di numerosi enti pubblici, della Procura della Repubblica di Salerno e della Corte Suprema di Cassazione: “Esprimiamo soddisfazione per l’incontro scaturito dai numerosi accorati appelli che le abbiamo rivolto dalla data del suo insediamento come Governatore della Campania”. Quella delle Fonderie Pisano è una storia fatta di carte, cavilli, chiusure e riaperture dell’impianto, descritta – in varie occasioni pubbliche – sia da Lorenzo Forte che dall’avvocato Franco Massimo Lanocita. Nella lettera a De Luca non mancano critiche alla Regione accusata di “aver assunto negli anni un atteggiamento attendista e passivo”, all’Arpac ed all’Asl di Salerno “a fronte delle sollecitazioni della popolazione”, al Comune di Salerno “dal quale ci saremmo aspettati, sin dalla notifica della relazione ARPAC dalla Regione Campania del novembre 2015, un’ordinanza di chiusura per motivi di salute pubblica”. Quindi il Comitato attribuisce importanza decisiva “allo studio SPES-Valle dell’Irno, progetto finanziato dalla Regione per indagare sullo stato di salute degli abitanti e del territorio dell’area a nord di Salerno”.  Tra le richieste “l’estensione delle analisi genetiche definite ‘marcatori di effetto’ a tutti i 400 soggetti volontari che si sono sottoposti al prelievo ematico per rilevare la presenza di metalli nel sangue nell’ambito dello studio SPES”.