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Salerno – Capolista del Pd al Senato del proporzionale a Salerno, Marco Minniti siede al fianco dell’altro candidato eccellente del Partito Democratico Piero De Luca – figlio di Vincenzo – e dice subito: “Siamo il partito che nel proprio DNA ha il fortissimo impegno per la sicurezza, contro la criminalità diffusa, contro le mafie. Agli Stati generali contro le mafie italiane, parlando di fronte al Presidente della Repubblica ho avanzato una proposta: ho detto che sarebbe stato molto importante che ogni forza politica nell’imminenza della campagna elettorale dicesse di non volere i voti di mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita. Noi del Pd quei voti in Campania non li chiediamo e non li vogliamo”.

Ancora: “La storia del Pd è strettamente intrecciata con il destino dell’Italia: siamo entrati al Governo nel 2013 e ne usciamo ora, nel 2018. La condizione ottimale è di ripresentarsi potendo affermare che il Paese che consegniamo è migliore di quello che abbiamo trovato; oggi l’Italia è un Paese migliore di quello del 2013: crescita economica da negativa a significativamente positiva; disoccupazione prima alle stelle, oggi sotto controllo. La nostra forza non è nelle promesse mirabolanti che tali rimarranno ma nel racconto di quanto già fatto, delle questioni affrontate e risolte che ci danno la credibilità per presentarci all’elettorato. Qui di fatti ne abbiamo da raccontare: dal Governo nazionale a quello regionale fino a quello della città di Salerno”. Quindi: “Abbiamo tre scelte possibili: un Paese che torna indietro su modelli ampiamente sperimentati senza risultati particolarmente confortanti; la scelta di un passo che non si sa in che direzione viene mosso (cosa c’è oltre la denuncia?); infine ci siamo noi con la nostra storia che ad un certo punto abbiamo preso per mano un Paese ad un passo dal collasso rimettendolo in piedi. Su questo il Pd può dare lezioni ad altri”. 

(in foto Minniti stringe la mano alla candidata Eva Avossa, dietro Piero De Luca).