Volano pesanti accuse dal fronte della Sinistra cittadina per opporsi ad un eventuale appoggio del Partito Democratico al sindaco Laura Nargi per il Governo di Salute pubblica. E anche il M5S pare essere contrario.
Riportiamo i vari punti di vista.
SINISTRA ITALIANA:
Il voto contrario del Consiglio Comunale di Avellino al rendiconto di bilancio 2024 ha certificato la fine della maggioranza Nargi-Festa con la quale la sindaca si era affermata nelle scorse elezioni amministrative. Questo epilogo giunge dopo un anno in cui si sono succedute tre Giunte, in cui la vita politica-amministrativa della città è stata pesantemente segnata da una parte dalla inadeguatezza di chi avrebbe dovuto amministrare Avellino, dall’altra dalla violenza istituzionale delle sortite dell’ex sindaco.
È bene chiarire che Gianluca Festa e Laura Nargi sono espressione della medesima stagione politica, quella dell’utilizzo disinvolto della leva della spesa pubblica che ha generato circa 27 milioni di disavanzo, quella di pesanti opacità etiche, quella che ha inquinato anche la recente campagna elettorale.
Quella stagione non può che chiudersi sotto il peso delle proprie contraddizioni e responsabilità.
Dopo aver ascoltato l’appello della Sindaca Nargi che chiedeva un aiuto alle opposizioni per mettere in sicurezza i fondi per i progetti del PNRR che, a suo dire, con un interruzione ad oggi della legislatura del comune di Avellino si perderebbero, il Gruppo Territoriale del M5S di Avellino, dopo una riunione tenutasi oggi 23 giugno 2025 all’unanimità decide quanto segue”. E la decisione e’ di netto no alla proposta della sindaca: :non si ritiene in nessun modo e per nessuna evenienza di poter sostenere l’amministrazione Nargi e si auspica il ritorno alle urne al più presto, precisando che coerentemente al voto già precedentemente espresso, il voto del proprio consigliere comunale non sarà favorevole al bilancio consuntivo.Tuttavia il Gruppo Territoriale, che vive la città ed è formato da persone attive e consapevoli del proprio ruolo di attivisti del M5S, confermando la propria maturità politica ritiene, solo ed esclusivamente per senso di responsabilità di fronte alla città, che il proprio rappresentante eletto, alla presentazione dei progetti di cui sopra li valuti e, se coerenti con i principi etici del M5S ed utili al bene della città, esprima il proprio voto favorevole”.
PER AVELLINO
“La responsabilità di non scendere a patti”: è questo il titolo dell’assemblea pubblica promossa dalla coalizione Per Avellino, in programma domenica 30 giugno alle ore 17.30 presso il Circolo della Stampa.
L’incontro si propone come un momento di riflessione e confronto aperto alla cittadinanza, in un contesto politico e sociale sempre più complesso, dove la coerenza e la trasparenza dell’azione pubblica diventano elementi centrali. La coalizione “Per Avellino” richiama così l’attenzione su scelte politiche e amministrative.
Avellino ha bisogno di una profonda rigenerazione politica, sociale e democratica in grado di affrontare alla radice le problematiche che quotidianamente vive la cittadinanza, a cominciare dalle sue parti più fragili.
Affrontare i problemi e non semplicemente promettere di risolverli, perché i problemi della città sono problemi complessi, difficili che hanno bisogno di cura, attenzione e competenza. Problemi che non hanno bisogno di “progetti” e “finanziamento” (molto spesso semplici atti amministrativi svuotati di senso), ma che tutte e tutti si muovano nella direzione di affrontarli: chi deve prendere le decisioni e chi deve seguirle, chi deve farle rispettare, chi ne è coinvolto per farle funzionare.
Per fare questo, in primo luogo, i soggetti politici e sociali devono mettersi nella condizione di riconquistare una loro credibilità, di dismettere l’idea di avere al loro interno la soluzione facile a tutti i problemi e gli uomini incredibili in grado di risolvere per magia decennali nodi irrisolti.
Avellino ha bisogno di partecipazione, di coinvolgere direttamente la cittadinanza dandogli il potere di scegliere del presente e del futuro della nostra città e non solo di partecipare alle elezioni amministrative. Ha bisogno che i quartieri si dotino di luoghi di autogoverno, che le partecipate abbiano al loro interno strumenti di partecipazione della cittadinanza, che le commissioni statutarie di partecipazione siano attivate.
Non va mobilitata l’intelligenza e la bravura di “uno”, ma l’intelligenza di tutti e tutte. Questo è l’unico modo. Questa la strada che abbiamo scelto e che abbiamo portato avanti in questi anni, con cui ci siamo candidati denunciando fin da subito e alla radice le problematiche di metodo e di pratica del potere amministrativo di Avellino negli ultimi anni.
L’amministrazione Nargi ha fallito su questo e su questo è entrata in crisi: sul nodo costituente di dove risiede il potere amministrativo. Se questo risiede nell’aula, nella giunta, nei cittadin3 o negli interessi privati e privatistici – mai chiariti fino in fondo – che hanno condizionato la sua candidatura, la sua elezione e i primi mesi della sua amministrazione e delle sue giunte.
Se questo è il nodo vero – le istituzioni, la qualità dell’azione amministrativa e della funzione di rappresentanza, il ruolo dei soggetti partitici (politici o civici) di rappresentare gli interessi della cittadinanza e non gli interessi privati di alcuni – nessun “patto di salute pubblica” sarà in grado di affrontarlo.
Il rischio è esacerbare ancora di più questo scollegamento, prendere scelte incomprensibili ad una cittadinanza stanca e quanto mai assuefatta da almeno due decenni di politica locale distante, se non per i favori e le clientele date e richieste.
Lo ribadiamo, la qualità dell’azione amministrativa è figlia del metodo con cui si mobilitano le energie e le risorse della città: non dei super assessori tecnici, non dei geni della lampada, non degli illustri strateghi e politici che comunque non abitano da tempo le nostre zone.
Il ricatto delle risorse è una pistola scarica: i commissari hanno poteri straordinari di giunta e consiglio. Possono scrivere e partecipare a bandi, portare avanti progettualità, portare a compimento gli atti amministrativi già avviati. Quello che verrebbe meno sarebbe la gestione “politica” di queste risorse. Di politica, però, non ce ne sarebbe in nessun caso e anzi – a livello democratico – la natura amministrativista di un commissariamento potrebbe garantire di più la qualità delle procedure progettuali di accordi spuri e numeri traballanti.
Quindi ben venga la fine dell’amministrazione, ben venga il commissariamento. Da subito si apra però lo spazio per il futuro della città: un futuro di partecipazione civica, di mobilitazione della cittadinanza e delle sue risorse, in grado di misurarsi con il voto anche per la scelta del candidato sindaco e che dica fin da subito che il potere comunale va aperto e messo sotto il controllo di tutte e tutti per superare definitivamente le stagioni del passato. Questo è il vero patto per Avellino, la vera possibilità di rigenerazione della città.Misuriamoci e verifichiamo chi ci sta su questo – superando conflitti e guerre civili – non su chi ci sta a reggere un’amministrazione.