Finisce in consiglio comunale il caos concerti in piazza Plebiscito. Succede stamattina, in avvio di seduta. Prima dello stop per mancanza del numero legale, peraltro un replay di quanto avvenuto il 22 settembre. C’è giusto il tempo per alcuni interventi ex articolo 37, ossia la facoltà dei consiglieri di dare comunicazioni su temi non all’ordine del giorno. Sono larghi i vuoti tra i banchi della giunta. In aula però si parla di piazza Plebiscito.
A evocare le proteste di residenti e non è Antonio Bassolino. Proprio il sindaco che pedonalizzò la piazza nel 1994. “Non è in discussione che in piazza Plebiscito ci siano manifestazioni e concerti, però – dice l’ex primo cittadino – c’è un limite da non superare. E il limite è stato già superato in queste settimane”. Insomma, secondo Bassolino “il troppo stroppia, ci vuole molto più equilibrio”. L’ex sindaco invita la giunta a “evitare gli eccessi”. Anche perché “agli eccessi in piazza Plebiscito corrisponde una debole iniziativa in altri luoghi della città”. Bassolino indica una serie di siti alternativi per gli eventi. “La mostra d’Oltremare è nata per questo” suggerisce. E poi ci sarebbero Agnano “ippodromo e zona terme”, piazza Mercato, Pietrarsa e il Centro Direzionale.
Ma un attacco veemente lo sferra il consigliere Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina. All’inizio contesta le dichiarazioni del sindaco Gaetano Manfredi, ricordando i problemi denunciati dai residenti di piazza Plebiscito, dai rumori alla piazza off limits anche per i mezzi di soccorso. “Per il sindaco questi sono piccoli disagi – afferma Esposito -, mi viene di richiamare Eduardo”. La citazione riguarda il monologo “è cos’e nient'” del grande drammaturgo. E il rimprovero si estende ad altre vicende della città. “È cos’e niente – accusa Esposito – anche la vertenza dei continui sorvoli aerei, oppure il fatto che la spiaggia a Bagnoli non si può fare”. Per il consigliere questo è “un atteggiamento sbagliato”. Esposito, di professione avvocato, sottolinea che “lo stato di diritto si poggia sulla somma dei diritti individuali di ogni persona”. E scorrendo gli atti su piazza Plebiscito, “nelle carte non è considerato” il diritto del cittadino. In compenso, emergerebbe la priorità del turismo. “Vorrei capire dove si è discusso di questa cosa” chiede Esposito, denotando la marginalità del consiglio nel caso. E si domanda se esista una deroga, da qualche parte. Altrimenti, come “tenere inchiodato per un mese un palco quando c’è un regolamento della sovrintendenza del 2013 che dice chiaramente che lo spazio di 12.000 mq non può essere occupato per più di 7 giorni”. E magari “ci dovranno essere i pareri della Sovritendenza”.
Non sono pochi i dubbi. Ma dalle questioni legali si passa a quelle politiche. “Si è pensato di convocare un comitato di residenti, gli ammistratori dei palazzi più vicini?” s’interroga Esposito, in maniera retorica. “Invece no – sbotta -, si convocano solo le categorie produttive, gli esponenti degli interessi economici. Se questa è l’impostazione dell’amministrazione, allora è liberista, uguale a quella della destra”. Per il consigliere, infatti, “un’amminstrazione di sinistra, quando organizza qualcosa, dovrebbe per prima cosa andare a vedere l’impatto sul territorio e nelle abitazioni delle persone”. Ma volenti o nolenti, ormai lo conoscono.
(Foto frame Comune di Napoli/Youtube)