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Regolarmente accreditato alla conferenza “Med Dialoghi Mediterranei”, denuncia l’accesso negato a Palazzo Reale. A parlare è Ermete Ferraro, membro dell’Esecutivo di Verdi Ambiente e Società e storica voce dell’Ecopacifismo. Solleva un presunto caso relativo all’evento internazionale, organizzato dal ministero degli Esteri e dall’Ispi. Una tre giorni blindata, giunta oggi all’atto finale. Ieri la giornata più critica.

A Palazzo Reale, erano presenti i ministri di Israele e Autorità nazionale palestinese, Gideon Sa’ar e Varsen Aghabekian. I due sono stati accolti dal titolare della Farnesina, Antonio Tajani. Dentro e fuori la sede della conferenza, il dispositivo di sicurezza toccava punte di massima allerta. Ma Ferraro si è avviato tranquillo a Palazzo Reale. Disponeva dell’accredito stampa, di cui mostra la foto. Se lo era procurato in anticipo, “dopo varie conferme online e con le relative credenziali” spiega. È infatti anche redattore e collaboratore della rivista “Nuova Verde Ambiente”. Giunto ai varchi di accesso per ricevere il badge, sarebbero però iniziati i problemi. Stando a lui, l’ingresso ai lavori non gli sarebbe stato consentito. “Per non meglio precisate ‘verifiche’ – racconta – da parte delle autorità della Polizia di Stato che lo presidiavano“. Per lui una lunga attesa sotto la pioggia, e varie interlocuzioni. Quindi il responso finale: nessuna possibilità di entrare. Le motivazioni? “La mancanza di posti a sedere” riferisce contrariato.

“Come attivista ecopacifista e nonviolento e come incaricato dalla redazione del periodico di Vas – dichiara Ferraro – ritengo del tutto arbitraria ed ingiustificata questa decisione, che ha impedito a una persona già accreditata di partecipare agli incontri, ma soprattutto dimostra scarsa volontà di ‘dialogo’ con voci meno allineate da parte degli organizzatori, in barba al titolo dell’evento ed al diritto d’informazione”. Ferraro inoltre ricorda la “città blindata ed interdetta ai non autorizzati nella sua parte più centrale”. A suo dire, “non è affatto un segno di efficienza organizzative e gestionale, bensì un’ulteriore prova di quella militarizzazione della società e del territorio che, da ecopacifisti, continueremo a denunciare”.