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Caserta – “D’Alessio deve sapere che se anche se sto al 41bis comando lo stesso e posso sempre far fare una brutta fine alle persone”. Parole choc quelle che  il boss della camorra casertana Augusto La Torre (foto in basso) pronuncia contro il pm della Dda di Napoli Alessandro D’Alessio nel corso di un colloquio in carcere avuto con il fratello Antonio. La minaccia emerge dall’indagine che oggi ha portato in carcere proprio Antonio La Torre e il figlio 31enne di Augusto, Tiberio. Per il boss,  in carcere dal 1996 dopo essere stato arrestato in Olanda, è arrivato un avviso di garanzia per estorsione aggravata. Una vicenda particolare quella di La Torre, divenuto collaboratore di giustizia nel 2003, quando fu arrestata la moglie; in tale veste La Torre ha fatto arrestare numerosi affiliati al suo clan confessando decine di omicidi e facendo ritrovare anche resti umani nelle campagne di Mondragone; ma per i giudici il suo contributo non è stato ampio ed esaustivo, ma riduttivo, in quanto avrebbe taciuto le circostanze che potevano danneggiarlo dal punto di vista economico; non ha infatti mai fornito indicazioni sul tesoro accumulato negli anni, forse depositato proprio in Olanda.

Il contributo in ogni caso fornito gli ha permesso di avere una mitigazione del carcere duro nel 2011. Proprio nel giugno di quell’anno, si è laureato in psicologia presso l’allora Seconda Università degli studi di Napoli (oggi Università della Campania Luigi Vanvitelli) con studi che hanno riguardato Jacques Lacan e la scuola della psicologia della Gestalt, e hanno comportato la lettura dell’opera omnia di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. Per un periodo è stato anche difeso dall’ex pm di Palermo, protagonista delle indagini sulla trattativa Stato-Mafia, Antonio Ingroia.