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Benevento – Avevano appena rubato una Fiat 500 che il proprietario aveva regolarmente parcheggiato sotto casa i due giovani arrestati nella mattinata di oggi dalla Squadra Volanti della Questura di Benevento.

L’attenzione degli agenti è stata attratta dai due, Anzovino Alberto. classe 1997 e Colella Camillo Jr. del 1996 che,  intenti a percorrere viale dell’Università in direzione rione libertà a passo spedito. Insospettiti dai due che alla vista della volante accelleravano il passo gli agenti hanno proceduto a bloccarli e a sottoporli a un controllo che dava esito positivo.

Infatti, Anzovino è stato trovato in possesso di uno spadino artigianale solitamente utilizzato per forzare i blocchi di accensione delle auto, mentre Colella di un duplicato di chiave solitamente utilizzato per l’apertura di vecchi modelli di autovetture Fiat.

I poliziotti hanno quindi iniziato a perlustrare le vie adiacenti rinvenendo poco distante dal luogo del controllo debitamente occultata una fiat 500 vecchio modello che si presentava con la portiera lato guida forzata e con il blocco di accensione forzato.

Effettuati i primi accertamenti sul mezzo, è stato immediatamente rintracciato il proprietario dell’auto che, dopo aver confermato di aver subito il furto si è recato in Questura per sporgere relativa denuncia.

 Gli uomini della Squadra Volanti coordinati dal Commissario Capo Andrea  Monaco dopo aver acquisito e visionato le immagini di alcune telecamere presenti nella zona in cui è stata rinvenuta l’auto  hanno messo difronte alle proprie responsabilità i due giovani  immortalati mentre uscivano dalla via in cui è stata occultata l’auto. 

Prontamente bloccati e sottoposti a controllo i due sono stati condotti presso gli uffici della Questura per ulteriori accertamenti e per le formalità di rito.

 Tratti in arresto per il reato di  furto aggravato in concorso mentre l’auto è stata riconsegnata al legittimo proprietario.

 Dopo le formalità di rito, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, sono stati condotti presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.