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Napoli – La commissione Ambiente, presieduta da Marco Gaudini, ha oggi affrontato nuovamente il tema del degrado delle aree nell’ambito della Quarta Municipalità comprese nel piano urbanistico attuativo per l’ampliamento del Centro Direzionale. Le questioni sono state affrontate sia dal punto di vista urbanistico, con l’assessore Carmine Piscopo ed il direttore centrale di Pianificazione e gestione del territorio – sito Unesco, Massimo Santoro, che dal punto di vista ambientale con l’assessore Raffaele Del Giudice e la direttora centrale di Ambiente, Tutela del territorio e del mare Roberta Sivo; alla riunione ha partecipato anche una rappresentanza della Quarta Municipalità, con l’assessore municipale all’ambiente Armando Simeone.

Su sollecitazione di consiglieri comunali e della Municipalità, ha introdotto il presidente Gaudini, la commissione torna sull’argomento già affrontato riguardante un’area tra le più complesse e sensibili della città. Qui si incrociano: l’esigenza di tutelare la salute pubblica, come richiesto dalla Municipalità, con la pulizia da erbacce e rifiuti delle aree comprese nel piano urbanistico attuativo per il completamento del Centro Direzionale; la bonifica in senso proprio di alcune delle aree, e tra queste quella ex Nato di Poggioreale; infine, i complessi procedimenti che riguardano, con risvolti anche legali, il completamento del Centro Direzionale.

Su quest’ultimo aspetto, l’assessore Piscopo ha precisato che il piano urbanistico attuativo per il completamento del Centro Direzionale, con la realizzazione di attrezzature pubbliche, servizi e opere di urbanizzazione primarie e secondarie, da attuare secondo lo schema della Finanza di progetto e la partecipazione dell’impresa privata, venne definito nel 2005; la convenzione con la società aggiudicataria, Agorà 6, viene sottoscritta nel 2007, e nel suo ambito consegnate le aree pubbliche sulle quali la società concessionaria si impegnava a realizzare gli interventi; con la stessa firma della convenzione venne anche definito il piano economico finanziario dell’intervento. Negli anni seguenti, fu definito un contratto aggiuntivo alla convenzione perché la società aveva chiesto diverse rettifiche sia nel cronoprogramma che nella definizione del Piano economico finanziario. Questa stessa situazione, ha concluso l’assessore, si è presentata anche per altri PUA, tra i quali alcuni sono stati revocati non essendo state più garantite le condizioni di partenza; nel caso del Centro Direzionale, la società Agorà ha presentato nel 2017 una richiesta di aggiornamento del Piano, definito insostenibile dal punto di vista dei costi in relazione alle fonti di finanziamento, ed è in corso una procedura di arbitrato nella quale la posizione dell’amministrazione comunale è del tutto chiara: in capo al concessionario c’è l’obbligo di completare quanto è iniziato con la consegna delle aree, le attrezzature pubbliche previste devono dunque essere realizzate perché non è possibile derogare dalle condizioni previste nella convenzione sottoscritta.

Il direttore centrale di Pianificazione e gestione del territorio, Santoro, ha ulteriormente precisato i termini della questione rispondendo anche ai quesiti posti dai consiglieri intervenuti: il consigliere Buono (Verdi Sfasteriati) ha chiesto perché si sia aspettato tanto tempo mentre sarebbe stato meglio rescindere il contratto e rientrare in possesso delle aree prima che si originasse un contenzioso da parte di una società che, nel frattempo, ha messo a reddito una parte dell’intervento, con il parcheggio realizzato; è anche incredibile che nelle varianti previste nel corso degli anni, il Comune stesso nel 2007 si sia fatto carico della bonifica delle aree; il consigliere Brambilla (Movimento 5 Stelle) si è detto molto preoccupato perché, come avvenuto in tante altre occasioni che hanno determinato il formarsi di ingenti debiti fuori bilancio, in un contenzioso il Comune è destinato a soccombere; Palmieri (Napoli Popolare) ha sostenuto che, se per onestà intellettuale non tutto va addebitato a questa amministrazione, che si è trovata di fronte ad operazioni partite nei primi anni 2000, tuttavia, c’è scarsa attenzione riguardo al Centro Direzionale e al suo futuro, quanto mai incerto, un’area che sta perdendo molte attività produttive e commerciali avviandosi a diventare un Bronx; inoltre, occorre chiarire che la bonifica in senso proprio riguarda soltanto alcune aree, e tra queste alcune oggetto di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria; Vernetti (Dema) si è soffermato proprio sulla contraddizione che si genererebbe se il Comune intervenisse per bonificare aree non di sua competenza e oggetto di contenzioso.

Per Massimo Santoro, uno degli elementi di difficoltà della situazione è la lunghezza del procedimento, iniziato nel lontano 1994, con la conseguenza che c’è stata una dispersione degli atti e anche delle responsabilità; da novembre 2017, il servizio ha avviato la completa ricostruzione degli atti e anche dell’interlocuzione con la società, comprensiva della fitta corrispondenza con gli avvocati, un elenco che si è impegnato a fornire alla commissione al più presto. Nello stesso elenco, risulta il contratto con il quale la società ha ceduto la gestione del parcheggio attiguo al mercato Caramanico, mentre risale al 2007 l’impegno del Comune a farsi carico dell’eventuale bonifica. Per quanto riguarda l’arbitrato, essendo il Comune impossibilitato per motivi economici a nominare uno degli arbitri che compongono il collegio, probabilmente ci sarà una nomina d’ufficio da parte del presidente del Tribunale; intanto, l’Avvocatura comunale ha chiesto di nominare un consulente tecnico di parte nell’ambito del procedimento.

Dal punto di vista ambientale, la dottoressa Sivo, direttore centrale dell’Ambiente, ha riferito alla commissione che, come indicato in una recente nota del direttore generale, gli uffici dell’Ambiente, dell’Urbanistica e del Patrimonio si coordineranno tra di loro per attuare le iniziative necessarie a consentire il diserbo e la rimozione dei rifiuti nell’aria.

L’assessore all’Ambiente Del Giudice ha precisato che il Comune non ha competenza per l’eventuale bonifica e che solo una parte del territorio rientra nel sito di interesse nazionale per il quale la competenza è regionale. La società Agorà è tenuta ad assicurare la custodia e la pulizia delle aree che ha in gestione: non avendole assicurate in questi anni, ha prodotto di fatto un danno al Comune e ai cittadini dal punto di vista ambientale. Il Comune, insomma, non può intervenire su aree che sono della disponibilità di altri, ma solo su aree limitrofe, come di fatto già fa.

L’assessore della Quarta Municipalità, Simeone, ha rinnovato l’invito ad intervenire per tutelare la salute pubblica: occorre fare tutto il possibile per dare sicurezza a chi abita in quei territori: continuano infatti sversamenti illegali di rifiuti, con conseguente invasione di ratti e pericolo di incendi.

Il presidente Gaudini ha concluso la riunione invitando a fare la necessaria distinzione tra bonifiche in senso tecnico e pulizia delle aree dai rifiuti, tecnicamente in capo a chi ha il possesso dell’area che deve essere recintata e sorvegliata. C’è, anzi, una specifica ordinanza del settembre del 2017 che prevede che la Asl, in caso di inadempienze di privati, possa intervenire per comminare sanzioni. Una volta ricevuta dagli uffici la documentazione, utile anche a definire le aree di interesse, e dopo che gli uffici si saranno raccordati, così come previsto dalla nota del direttore generale, la commissione tornerà a riunirsi invitando gli assessori competenti, gli uffici e la Municipalità per focalizzare l’attenzione sugli interventi da fare.