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Avellino – E’ soltanto la prima tappa, e il cammino sarà lungo e faticoso. L’Avellino risponde alle pressioni della partita da non sbagliare con una vittoria preziosa. Successo non bellissimo, sicuramente non brillante, ma concreta ai fini del risultato.

La truppa di Giovanni Bucaro rientra dalla Sardegna con un secco 0-2 inflitto alla capolista Lanusei e, soprattutto con tre punti d’oro. E non solo. L’Avellino sfata un piccolo tabù: la formazione sarda era imbattuta tra le mura amiche.

Nonostante le difficoltà, l’Avellino, ha saputo stringere i denti nei momenti di difficoltà. Difficoltà che sono state colmate dalle giocate dei singoli. Da De Vena a Tribuzzi fino all’ultimo arrivato Alfageme. Quest’ultimo si è sacrificato anche in fase difensiva, nonostante, non avesse il ritmo partita nelle gambe.

Ad avere la meglio contro la compagine guidata da Aldo Gardini è stata la difesa. Mai in questo campionato l’Avellino aveva avuto il giusto equilibrio nel pacchetto arretrato. Equilibrio dettato anche dalla prestazione di Viscovo. L’estremo difensore ha neutralizzato il rigore, ma si è reso protagonista più volte.

Vittoria o no, l’Avellino, continua a soffrire. Fattore su cui il tecnico ha ribadito di volerci lavorare al massimo. La squadra deve imparare a chiudere la partite prima per non rischiare di essere beffata. Città di Anagni docet. La corsa continua mercoledì con la gara interna contro il Flaminia. Servirà dare continuità alla vittoria di sabato pomeriggio, e magari a fine gara ascoltare i risultati degli altri campi.

Non solo la vittoria di ieri, l’Avellino, può contare su un mutamento generale. Nelle scorse settimane qualcuno aveva puntato il dito contro Gianandrea De Cesare. Il numero uno di Sidigas era finito nel mirino per essere poco presente. De Cesare da par suo ha incontrato la squadra prima della partenza e, soprattutto ha raggiunto l’isola per essere al fianco del suo Avellino. In molti sussurrano una frase più che veritiera: è cambiata l’aria.

Aria sempre pulita per chi ieri si è sobbarcato un viaggio lungo, faticoso e soprattutto esoso dal punto di vista economica. Ottanta baluardi erano presenti all’impianto sardo per far sentire la vicinanza alla squadra e alla maglia. Che sia Serie D o B, il tifo, ha sempre vinto in casa e fuori casa.