Napoli – E’ morto in Ecuador, lontano dalla sua Patria, Gennaro Iavarone. Il 43enne floricoltore originario di Pozzuli, ma da anni residente a Sanremo, non ce l’ha fatta. Il suo cuore ha cessato di battere dopo giorni di agonia trascorsi in ospedale, dove era stato ricoverato in gravi condizioni in seguito a un tuffo in piscina. “Genny“, come era conosciuto dagli amici, si trovava in un residence di Guayaquil per una vacanza insieme alla famiglia e per far visita al figlio. Stando a una prima ricostruzione, secondo le voci rimbalzate in Italia dal Sud America, l’uomo avrebbe deciso di fare un bagno notturno ma, al momento del tuffo, sarebbe andato a sbattere contro uno scoglio provocandosi una lesione spinale particolarmente complessa che aveva portato alla perdita dell’uso degli arti. L’incidente, avvenuto a inizio marzo, aveva reso necessario l’immediato trasportato in una clinica privata, dove Iavarone era stato sottoposto a diversi interventi chirurgici alla colonna vertebrale. Successivamente sarebbero sopraggiunte delle complicazioni che avrebbero indotto i medici a mettere il paziente in coma farmacologico e, infine, alla constatazione del decesso, dovuto a un arresto cardiaco. A Sanremo, dove era conosciuto e molto stimato, era stata organizzata una raccolta fondi per organizzare il ritorno e le cure in Italia e del suo caso si erano interessati alcuni politici per accelerarne il rimpatrio. Le gravi condizioni, però, avrebbero frenato il rientro, ma per la sorella Melania i motivi sarebbero altri. “E’ stato ucciso dalla girandola burocratica tra autorità diplomatica in Ecuador e la Farnesina. L’autorizzazione ad avere un volo di Stato era arrivata il 22 marzo”, ha scritto in un post su facebook. Alla luce di queste accuse, i familiari potrebbero chiedere di far svolgere l’autopsia in Italia per accertarne le effettive cause della morte. La salma di Gennaro dovrebbe rientrare in territorio italiano nel giro di dieci giorni.
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Muore in Ecuador dopo un tuffo, l’accusa della famiglia: “Poteva essere salvato”
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