- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Centola (Sa) – Bungalow affacciati sul mare apparentemente disabitati e, soprattutto, una vasta area degli scogli ‘a pelo d’acqua’ cementificata per la creazione della piattaforma liscia e compatta del grande molo di circa 200 metri in cemento rivestito con pietra locale. Siamo sulla rinomata spiaggia ‘plastic free’ delle Saline di Palinuro – Comune di Centola – la cui prospiciente collinetta è conosciuta in zona come ‘area ex med’, a memoria dei fasti di un esclusivo insediamento turistico di livello internazionale attivo fino al 1981. Le immagini, girate qualche giorno fa, dimostrano che il ricordo ammantato di romanticismo non corrisponde alla (dura) realtà. Oggi prevalgono l’abbandono, la cementificazione di un patrimonio naturalistico inestimabile – qui le migliaia di conche degli scogli bassi formano piscine naturali che regalano sale – ed il pericolo che la mancata conservazione dei luoghi comporta. Il molo, costruito allorquando la sensibilità ambientalista non scaldava i cuori e voluto per far attraccare le ‘caravelle’ di villeggianti diretti ai retrostanti bungalow oggi ha il suo tratto finale – raggiungibile da chiunque – pericolosamente franato: dalla crepa escono i profilati che armavano il cemento e sui bordi del manufatto vi sono supporti arrugginiti. Stato di fatto che ha invogliato qualcuno ad ammassare del ferro di risulta che la salsedine ha subito provveduto ad ossidare.

Quando si cementificava questo tratto di spiaggia, in Costiera Amalfitana c’era il Fuenti, poi abbattuto in una operazione-simbiolo di quell’ambientalismo di lotta che però fino a Palinuro, in questi ultimi 30 anni, pare proprio non si sia voluto spingere.