- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Ha scelto Benevento per rilanciarsi, per dimostrare di essere un bravo allenatore dopo essere stato un calciatore fenomenale capace di vincere tutto. Filippo Inzaghi, nella settimana che lo porterà a debuttare in serie B sulla panchina giallorossa, si è raccontato in una lunga intervista concessa al settimanale SportWeek. “Io sono Pippo. Il Pippo di sempre. Innamorato del pallone“, basterebbe questo passaggio per descrivere chi è il nuovo tecnico della Strega. Di seguito vi proponiamo alcuni passaggi della “chiacchierata” fatta da Inzaghi con il giornalista Olivero.

ImpattoI primi giorni a Benevento sono stati emozionanti. Un’accoglienza eccezionale, vado al supermercato e si blocca tutto. Io mi nutro dell’amore della gente, è una sensazione appagante. Al Sud non ho mai vissuto, ma so che il calore dei tifosi e il senso di
ospitalità sono incredibili. Cercavo qualcosa che mi coinvolgesse e a Benevento ho trovato la scintilla: il presidente Vigorito è un appassionato e mi aveva già cercato in passato. Insomma questo è il posto giusto.

DecisioneA me piace lavorare dove c’è entusiasmo. Non guardo la categoria, ma ho bisogno di avvertire la fiducia. A Benevento la sfida è affascinante perché l’ambiente non è stato guastato da quanto accaduto alla fine della scorsa stagione, con l’eliminazione dai play off. Hanno tutti una grande voglia di fare ed è la situazione ambientale in cui io e il mio staff rendiamo al meglio.

ObiettivoIl presidente mi ha chiesto solo di vedere una squadra che lo renda orgoglioso. Poi, ovviamente, vincere piace a tutti. Ma per riuscirci ci vogliono tante componenti. Saremo ambiziosi, con umiltà, non basta essere favoriti. Ci sono altre squadre con le nostre potenzialità: Cremonese, Frosinone, Chievo, Empoli, Perugia, Crotone, Cittadella. E poi ci sarà la solita sorpresa. Io comunque ho quello che cercavo: società forte, squadra forte.

TatticaVoglio tanti giocatori nell’area avversaria, voglio che i centrocampisti s’inseriscano. Le etichette mi fanno ridere. Io dico sempre che l’allenatore migliore è quello che fa meno danni.

MonzaA fine luglio ho chiamato Galliani per gli auguri di compleanno. Era con Berlusconi e me l’ha passato. Ogni volta è un viaggio nel tempo e una scarica di entusiasmo. Ci sarebbero tanti aneddoti, ma a me piace ricordare quando giocavo con la maglia della Juve il Trofeo Berlusconi. Il presidente e Galliani mi venivano a cercare e mi dicevano: “Pippo, devi venire al Milan. Con te vinceremo tutto, ci servono i tuoi gol”. Anche loro non possono stare senza pallone, come me. E spero che il Monza arrivi presto in Serie A.

L’intervista completa sul settimanale SportWeek da oggi in edicola