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Napoli – Lo “sconto” per l’organizzazione dei grandi eventi sul lungomare di Napoli diventa un caso politico e la querelle rischia di arrivare a breve sul tavolo degli inquirenti della Corte dei Conti. A lanciare il nuovo attacco nei confronti dell’amministrazione comunale è la Municipalità Chiaia-San Ferdinando. Nel mirino del presidente Francesco de Giovanni e dell’assessore Fabio Chiosi finisce, in particolare, il presunto danno erariale che la parziale esenzione dalla Cosap avrebbe generato alle casse di Palazzo San Giacomo: «Stando alle nostre stime, l’ammanco sfiora i 200mila euro. Una cifra importante, che un ente in predissesto non può assolutamente permettersi. Non intendiamo in alcun modo demonizzare il Pizza Village e il Bufala Fest, ma se queste due kermesse non creano un indotto economico non possono, secondo noi, avere diritto allo sconto previsto dal regolamento Cosap. Per questo motivo chiederemo alla magistratura contabile di far luce sulla vicenda».    
 
La questione tiene banco ormai da tempo e a più riprese era già stata solleva anche dall’associazione Cittadinanza attiva in difesa di Napoli. Stavolta il livello dello “scontro” sembra però essersi alzato e in campo è scesa anche la Municipalità 1: «Lo sconto di oltre il 70 per cento sul canone di concessione del suolo pubblico per eventi privati sul lungomare, che hanno scopo di lucro per gli organizzatori, è un grave atto contro la città. Presenteremo un esposto alla Corte dei Conti perché è criminale privare le già disastrate casse comunali di un introito importante. Ed è assurdo attingere dai proventi della tassa di soggiorno che dovrebbero essere impiegati per migliorare i servizi turistici. Abbiamo già i tributi al massimo e hanno raddoppiato il costo delle concessioni dei passi carrai, la misura è ormai colma», avvertono il presidente de Giovanni e l’assessore Chiosi. I due esponenti della Giunta di Chiaia-San Ferdinando rivolgono quindi una dura critica nei confronti del primo cittadino: «De Magistris andrebbe processato per crimini contro i napoletani. È ormai chiaro, infatti, che non è più il primo cittadino bensì il primo nemico della città. E da oggi, fino alla fine di questa tragica esperienza arancione, lo appelleremo in questo modo».