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Salerno – Associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso  ed estorsione. Con queste accuse i carabinieri del Ros (reparto operativo speciale) su ordine della Procura di Salerno hanno eseguito, all’alba di oggi, un’ordinanza di custodia cautelare, nei confronti di 4 persone. Nel corso dell’operazione sono state effettauate anche perquisizioni a carico di altri 19 indagati per il reato di corruzione elettorale.
Al centro delle indagini del Ros i clan camorristici operanti nell’agro nocerino-sarnese e, in particolare, i loro interessi nel settore imprenditoriale. In occasione delle consultazioni elettorali di Nocera Inferiore dello scorso mese di giugno sono stati documentati anche vari episodi di corruzione elettorale.
L’indagine è partita nel 2016. Il personaggio chiave dell’inchiesta è Antonio Pignataro tra gli ideatori dell’omicidio di Simonetta Lamberti vittima involontaria dell’agguato orchestrato per uccidere il padre il giudice Alfonso Lamberti.
La criminalità organizzata dell’agro si stava coagulando attorno al gruppo di Antonio Pignataro Antonio detto Zio Antonio che era riuscito a creare un nucleo associativo che si avvaleva anche di collaborazioni con persone del Comune di Nocera Inferiore.
L’ordinanza e’ stata inviata anche al prefetto di Salerno per quanto si sua competenza. L’obiettivo del clan era quello di realizzare progetti che dovevano passare attraverso il rilascio di autorizzazioni e delibere. Nell’ultima tornata elettorale ‘Zio Antonio’ si è impegnato in prima persona per ottenere in cambio favori. L’attività investigativa costituisce la naturale prosecuzione di una precedente fase che fu denominata “Un’altra storia” e che culminò, nel dicembre del 2016, con l’esecuzione a Nocera Inferiore di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti di tre sodalizi criminali armati operanti nell’Agro nocerino Sarnese. Le successive acquisizioni investigative hanno messo in evidenza la figura di Antonio Pignataro ex affiliato alla Nco di Raffaele Cutolo e successivamente transitato nella Nuova Famiglia.

Le indagini – Attraverso le indagini è stato accertato che Zio Antonio avvalendosi di Ciro Eboli (cognato di Luigi Cuomo) e di Luigi Sarno era dedito a rivendicare e promuovere sul territorio il suo carisma criminale. In tale contesto viene stipulato l’accordo di scambio di voti politico mafioso tra Antonio Pignataro ed i suoi affiliati con il consigliere comunale, in carica fino a giugno 2017, Carlo Bianco, eletto, all’epoca dei fatti nella lista Riformista facente parte della maggioranza capeggiata da Manlio Torquato.

Lo scambio Politico Mafioso – Carlo Bianco in occasione delle elezioni dello scorso mese di giugno accetto da Pignataro la promessa di procurarli voti mediamente intimidazioni. In cambio dei voti Pignataro avrebbe ottenuto il cambio di destinazione urbanistica di un fondo ubicato nelle vicinanze della proprietà della diocesi di Nocera Inferiore sul quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa della Caritas. Sulla realizzazione di tale struttura c’era un diretto interessamento di Pignataro, Ciro Eboli e Antonio Cesarano. Gli ultimi due avevano il compito di fungere da tramite tra il consigliere comunale e l’esponente della Nuova Famiglia che si trovava ristretto agli arresti domiciliari. Aveva infatti lasciato il carcere per problemi di salute.

Bianco cercò di mantenere la promessa e su sua stessa sollecitazione il 16 maggio del 2017 la giunta comunale di Nocera Inferiore adotto l’atto di indirizzo propedeutico alla variante Puc. In cambio Bianco ottenne la promessa di un pacchetto di 100 voti in occasione delle imminenti amministrative che lo videro candidato con la lista “Moderati per Torquato”. Bianco non venne rieletto in quanto ottenne solamente 137 voti. Risultato che ha scatenato non poco risentimento nel Bianco.

Le indagini hanno anche appurato che sempre in vista del voto anche Ciro Eboli aveva deciso di scendere in campo candidandosi nella lista “D’Acunzi sindaco per Nocera” espressione di Forza Italia. Eboli ottenne 285 voti.

Inoltre, Luigi Sarno, attraverso sempre Pignataro riuscì ad ottenere vari incarichi di attacchinaggio dei manifesti. Lo stesso si è anche reso protagonista di minacce nei confronti di Mario Stanzione, candidato nella lista “Populisti identitari” il quale si era rifiutato di concedergli l’incarico dell’attacchinaggio per suo conto.

Infine, è stata accertata l’elargizione di una somma di denaro in cambio di voti a favore di Nicola Maisto candidato nella lista Uniti per Torquato. Fu promessa la consegna di 50 euro per ogni voto a favore del candidato. Maisto fu eletto con 368 preferenze.