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Napoli – Anche se con un costoso abbonamento già pagato in estate, il pubblico del San Paolo sta disertando le Curve per non sottomettersi alle nuove regole imposte sugli spalti dalla società calcio Napoli. Norme, che secondo una larga parte del tifo che va ben oltre i soli ultras hanno in realtà intenti repressivi contro una delle ultime espressioni della passione popolare.

Tutto è iniziato in Napoli-Brescia dello scorso 29 settembre. Un tifoso seduto sulla balaustra del San Paolo, durante il match, viene ripreso dalle telecamere, riconosciuto e multato.  Alla seconda multa rischia il daspo.  Una ragazza, invece, ha messo i piedi sul sediolino per 2 volte in 90 minuti durante la partita: 166 euro di multa. Un avvocato si è spostato dal suo posto per un “selfie” insieme a un amico: multa e rischio daspo.  Questi sono soltanto gli ultimi di una serie di provvedimenti a carico dei tifosi del Napoli da parte della Questura. Una vera e propria caccia all’uomo, grazie alla videosorveglianza, che sta trasformando lo Stadio San Paolo e i suoi tifosi. Per questo motivo molti supporters partenopei ormai vanno solo in trasferta, quando quest’ultima non è proibita, oppure hanno riempito l’impianto di Fuorigrotta solo in occasione delle sfide di Champions League. In campionato è il deserto.

Gli ultras, in agitazione da alcune settimane, nelle ultime due sfide in casa si sono accontentati di restare all’esterno del San Paolo e non di entrare per assistere alla partita. La protesta è nei confronti delle regole in vigore allo stadio per i divieti di usare i megafoni per guidare i cori, l’obbligo di rispettare i posti assegnati sui biglietti anche per i capi della curva che non possono occupare posti lasciati vuoti, il divieto di stare in curva spalle al campo, come fanno di solito i capi ultras per rivolgersi alla gente guidandone i cori. 

Sui social è polemica per le modalità di come viene elevata una sanzione. Anche l’avvocato napoletano Emilio Coppola su Facebook ha contestato questi provvedimenti: “Il soggetto in questione, un pericolosissimo soggetto, viene ripreso ai tornelli viene seguito dalle telecamere che lo scovano in piedi due file più in basso rispetto al posto indicato sul suo abbonamento, risultato 166 di multa e minaccia di sospensione dell’abbonamento da parte del Napoli al criminale in questione, il quale ha liberamente scelto di non andare più allo stadio poiché nelle 13 partite mancanti di sicuro sarebbe multato di nuovo e avrebbe il Daspo. Vi rendete conto che con gli ultras e con la violenza queste multe c’entrano poco? Vi rendete conto che è in atto il più grande esproprio nei confronti del popolo azzurro, quello della passione!”

Va bene estirpare dagli stadi qualsiasi forma di illecito con l’obiettivo di riavvicinare le famiglie facendole sentire come a casa propria ma lo stadio è da sempre anche covo di genuinità e passione, entusiasmo e colore. Troppe leggi, male applicate, uccidono e mortificano i tifosi veri, quelli dai mille sacrifici, quelli che provano tra mille ostacoli a tenere ancora accesa la fiamma di uno sport che perde credibilità giorno dopo giorno. Sfidiamo chiunque, qualsiasi bambino, ad entrare e innamorarsi della vita da stadio oggi, in un luogo trasformato in sala d’attesa di un dentista. Dove non puoi gridare, non puoi gioire, non puoi avvicinarti al tuo amico altrimenti ti arriva una multa salata a casa. Andando avanti di questo passo non resterà che il divano di casa. Sempre se questo calcio emozionerà ancora.