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Campagna (Sa) – “Non abbassate mai la guardia dinanzi ai dilaganti e moderni fenomeni di odio che hanno alla base lo stesso odio che generò la nascita dei lager nazisti”. Si è rivolto così, agli oltre cento studenti delle scuole superiori di Campagna, il Prefetto di Salerno, Francesco Russo, giunto questa mattina, insieme a studenti, associazioni e autorità civili e militari, nella cittadina della Valle del Sele, in occasione della Giornata della Memoria che si è svolta nella Cattedrale di Santa Maria della Pace. “Tocca a tutti noi ed in particolare alle nuove generazioni – ha spiegato Russoil compito di combattere l’odio e l’ignoranza con gli strumenti della cultura e della Memoria, indignandosi dinanzi ad ogni forma di ingiustizia e sopruso affinché l’orrore dell’olocausto non si ripeta mai più”.
Parole forti quelli del Prefetto di Salerno che ha voluto celebrare la Giornata della Memoria a vent’anni dall’istituzione della Legge n.211 del 20 luglio 2000, organizzata dalla Prefettura di Salerno e dal Comune di Campagna, nella città che contò tra il 1940 al 1943, ben due campi di internamento allestiti dal governo fascista.
Furono centinaia infatti, gli ebrei internati durante la Seconda guerra mondiale nei due campi di Campagna che ebbero sede nell’ex convento domenicano di San Bartolomeo e nell’ex convegno degli Osservanti dell’Immacolata Concezione. A Campagna, negli anni bui della deportazione, i prigionieri ebrei internati nei campi, trovarono assistenza, aiuto e solidarietà, grazie all’azione eroica messa in atto dal vescovo di Campagna, Monsignor Giuseppe Maria Palatucci, il nipote del vescovo, il Questore di Fiume, Giovanni Palatucci, e il popolo campagnese, che misero in salvo migliaia di prigionieri deportati ebrei.
Ed è proprio alla memoria dei deportati ebrei, che la città ha voluto dedicare un monumento inaugurato stamattina e destinato a diventare da oggi, la testimonianza permanente della storia di Campagna e dell’umanità. Un vero e proprio memoriale raffigurante i nomi dei prigionieri dei campi di internamento di Campagna intagliati su una lastra di marmo nero e dei pilastri di ferro, collocato nella piazza antistante il Municipio cittadino.
Con il monumento – ha ricordato il sindaco di Campagna, Roberto Monaco – abbiamo voluto riportare gli ebrei internati nei campi nella nostra città all’interno del tessuto urbano. Un modo-ha concluso il sindaco-per rendere a omaggio alla loro memoria e chiedere scusa”.
Importanza della Memoria sottolineata anche attraverso la testimonianza dell’orrore dell’olocausto ricordato da uno dei sopravvissuti, l’ex deportato salernitano, Pasquale Coseglia di 95 anni. Deportato poco più che 20enne nei lager nazisti tedeschi, Coseglia ha spiegato alle centinaia di persone giunte alla cerimonia che è proseguita nella Cattedrale di Santa Maria della Pace, la vita dei deportati e l’orrore dello sterminio ancora nitido nella memoria e negli occhi.
Ero un giovane prigioniero e una mattina – ha spiegato Coseglia sulla porta del campo di smistamento dove mi trovavo con altri prigionieri ebrei, comparve la scritta “Abbasso Adolf Hitler” e i sorveglianti pensando che fossi io l’autore di quella frase, mi prelevarono con la forza e mi portarono dai militari che mi avvisarono che di lì a qualche minuto, sarei stato fucilato. In quel momento – ha raccontato l’ex deportato – capii che da lì non ne sarei mai più uscito vivo e provai in tutti modi a spiegare ai nazisti che non ero io l’autore di quella frase-poi, la perizia calligrafica-fu quella-ha detto-che mi salvò dalla fucilazione. Ero vivo-ha concluso-ma in quei tre lunghi e terribili anni di prigionia nei lager nazisti, passai ogni giorno della mia vita a pregare Dio di morire per non soffrire l’orrore dell’olocausto che ogni secondo si consumava davanti ai miei occhi”. Poi, l’appello ai giovani – “Avete il compito di non dimenticare perché quello che è accaduto non accada più”.
Così, il breve racconto breve di Coseglia e le sue parole forti, hanno riecheggiato tra il silenzio e la commozione di una platea di centinaia di studenti, decine di sindaci della Valle del Sele e Tanagro, Autorità civili e militari, che hanno affollato la cattedrale.
Ogni giorno – ha ricordato il colonnello del comando provinciale dei Carabinieri di Salerno, Gianluca Trombetti con il nostro lavoro e il nostro sacrificio, ricordiamo alle nuove generazioni, l’importanza dei valori della tolleranza e dell’integrazione alla base del nostro ordinamento democratico affinché il ricordo degli gli errori del passato non si ripetano nel futuro”.
Una città Campagna, che non dimentica l’azione eroica dei suoi cittadini illustri e della sua gente come ha ricordato anche il Questore di Salerno, Maurizio Ficarra “Si tratta di un evento storico significativo per la Polizia di Stato e per il territorio salernitano” – ha rimarcato il questore di Salerno, ricordando il gesto eroico di Giovanni Palatucci. Evento che si è svolto tra la commozione di autorità e cittadini e a cui hanno preso parte anche gli uomini dell’associazione nazionale Polizia di Stato e dell’associazione nazionale Carabinieri.