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Benevento – Confessioni, ricordi e racconti di vita quotidiana. Luca Caldirola apre le porte della sua vita a “B at Home”, format ideato dal telecronista di Dazn, Riccardo Mancini, e si confessa in una lunga diretta Instagram. Tanti i temi affrontati dal difensore giallorosso che ha parlato anche della situazione di incertezza in cui è inevitabilmente piombato il calcio italiano a causa dell’emergenza coronavirus

Rapporto con la squadra – “Ci teniamo in contatto sempre in questi giorni. Parlo con lo staff del mio infortunio alla mano ma anche della situazione generale per seguire il programma personalizzato di allenamenti”. 

Routine – “La prima cosa che faccio è la colazione, poi per tutto il resto fortunatamente ci sono i miei genitori che mi aiutano. La giornata passa tra allenamenti, computer, serie tv e libri. Cerco di fare più cose possibili anche se le giornate sono lunghissime”

Campionato – “Al momento non si sa quando si riprenderà, ma la vedo lunga. Ad essere sincero non penso si riprenderà a breve e non so se riusciremo a maggio. Io me lo auguro perché stare senza calcio è dura per tutto il paese. Per noi così come gli altri è dura stare chiusi in casa”. 

Allenamenti – “Il programma da seguire prevede palestra, tapis roulant e cyclette. Facciamo il possibile per tenerci in forma. Lo staff ha dato un programma personalizzato a ciascuno di noi in base alle proprie caratteristiche. Ogni allenamento dura più o meno 45 minuti, al massimo un’oretta. Anche perché non si può fare più di tanto ed è complicato allenarsi da soli”.

Musica – “Mentre mi alleno preferisco ascoltare musica che mi dà un po’carica. Musica mentre mi alleno, cerco su spotify qualche playlist. Non ho preferenze, ascolto tanta musica italiana, ma nell’allenamento metto musica che carica un po’.

Lo stadio preferito – “Non ho avuto mai modo di stare a Wembley, ma lo stadio che mi ha dato la sensazione migliore è stato il Westfalenstadion di Dortmund. Un’atmosfera pazzesca, stadio incredibile. Ho giocato anche all’Allianz Arena, ma i tifosi del Bayern sembra che vadano al teatro e quindi non c’è lo stesso ambiente”.

Differenze – “Bundesliga e serie A sono due stili diversi. Anche negli allenamenti, lì non esiste tattica, si fa sempre possesso palla. Gli allenamenti sono più divertenti in Germania per i giocatori, sicuramente”. 

Esperienze – “Sono sempre stato per le esperienze all’estero. A 18 anni sono andato in Olanda senza pensarci. Dovevo scegliere tra la B italiana e la A olandese, non ebbi dubbi a scegliere la A olandese. Sono uno che si adatta subito, mi piace imparare nuove lingue. Anche in Germania mi sono trovato benissimo proprio per questo motivo. Conosco giocatori che giocano in Germania e non sanno mezza parola in tedesco. Non avrei paura di andare da nessuna parte in futuro”

Ritorno in Italia – “Venivo da due anni davvero difficili al Werder, ho pensato di dire basta. Non avevo più voglia di giocare, ero davvero a terra anche per come ero stato trattato., Mi ero stancato della Germania in generale, si è presentata l’opportunità di Benevento e si è rivelata la scelta giusta per il club e la piazza”. 

Poster – “Avevo un po’ di poster in camera, ma quello principale era del mio idolo Nesta. Da piccolo avevo i capelli lunghi e li facevo come lui. Poi avendo visto tanti video di Scirea l’ho ammirato molto, anche attraverso il documentario prodotto da Sky”. 

Compagni – “E’ la prima volta che mi capita di essere in una squadra e di aver legato così bene con tutti. E’ difficile solitamente, ma devo dire che qua si è creato un gruppo che rispecchia quanto si vede in campo. Ci sono ragazzi che vedo sicuramente di più, ma devo dire che c’è un grandissimo rapporto con tutti”. 

Una parola per Inzaghi – “E’ un martello, tutto qui. Scherzando gli ho detto che è stato fortunato che non l’ho mai marcato. Però sì, uno con le sue caratteristiche mi avrebbe dato fastidio. In allenamento vediamo che ha ancora i suoi movimenti e il suo talento. Dice che prenderà la traversa e la prende”. 

Passato da milanista – “Quando mi chiamò l’Inter avevo 7 anni, non volevo andare. Dissi “io quella maglia non la metterò mai”. Furono i miei genitori a spronarmi. Mi ricordo che nel derby vinto 6-0 dal Milan eravamo a fare un torneo, io e Antonio Caracciolo esultavamo come i matti nonostante fossimo nel settore giovanile dell’Inter. Poi vabbè dopo avendo fatto tanti anni all’Inter alla fine ti entra il nerazzurro, quindi adesso se c’è una squadra che spero vinca quella è l’Inter e non il Milan”.

Genitori – “Mia mamma e mio papà guardano tutte le partite, non solo le mie. Papà è tifoso milanista, questa simpatia l’avevo presa un po’ da lui. Loro vivono a Milano, vennero tre settimane fa per vedere una partita qui e sono rimasti bloccati a causa del coronavirus. Mi è andata bene, anche per l’infortunio alla mano”. 

Top 11 personale – “Farei un 4-3-3 classico. Sebastiano Rossi; Nesta, Baresi, Maldini; Xabi Alonso, Pirlo, Davids; Rui Costa, Baggio, Batistuta”.

Aneddoto con Inzaghi – “Ricordo un episodio in ritiro a Moena. Stavamo provando le rimesse laterali, lui provò a dimostrarci cosa aveva in mente ma cadde col sedere a terra. Una scena comica, lui è molto autoironico. Ci deve essere sempre distanza e rispetto tra mister e giocatori, ma lui è bravissimo a stare con noi e a inserirsi. Sa integrarsi perfettamente con il gruppo, questo è molto apprezzabile. Ci sono allenatori che non riescono. Ci sono limiti che non vanno mai oltrepassati”. 

Concerti – “L’ultimo concerto che ho gfatto lo scorso anno qui a Eboli con i miei compagni al concerto di Ultimo. Ero appena tornato dalla Germania, non conoscevo Ultimo ma sono andato al concerto senza neanche sapere una canzone”. 

Passione Football Manager – “Non so se sono più forte a giocare a calcio o a Football Manager. Dal primo FM che è uscito sono un grandissimo appassionato. Nei tempi morti, sul pullman o sull’aereo o in ritiro ci passo un’oretta. Mi piace molto il campionato inglese, parto dalle serie minori per poi effettuare la scalata”. 

Scopritore di talenti – “Ho letto di qualche squadra, come il Barcellona, che voleva prendere Trincao (del Braga ndr.), ma sono già 3 anni che è uno dei miei acquisti fissi a Football Manager. Un futuro da Ds? Può essere, forse sì”. 

Futuro da allenatore – “Nel fare il giocatore devi pensare solo a te stesso, nel fare l’allenatore devi pensare a 30 giocatori, è complicato. Però mai dire mai nella vita” 

Gol – “Diciamo che mi piace buttarmi sempre dentro sulle palle inattive. Abbiamo Viola e Kragl che sanno battere abbastanza bene le punizioni e io provo sempre a inserirmi. In B le palle inattive sono fondamentali. Prendiamo Perugia, con una palla inattiva ci siamo portati in vantaggio ed è cambiato tutto” 

Soprannome – “Il soprannome “The Wall” è nato lo scorso anno. Lo speaker dello stadio mi ha chiamato così e me lo sono tenuto. Prima the wall era Walter Samuel, un grande. E’ lui  il vero The Wall, io cerco di emularlo nel mio piccolo”. 

Campionato – “La mia preoccupazione più grande è che annullino il campionato, non si sa mai. Il vantaggio è veramente ampio, 22 punti e mancano 10 partite. Non voglio dire che è fatta ma siamo a un ottimo punto”. 

Pescara – “Mi ricordo che quando entrammo in spogliatoio dissi “il mister impazzisce di sicuro”, invece vidi una calma generale anche tra i compagni e la cosa mi tranquillizzò, pensai subito a un incidente di percorso. La squadra era convinta della propria forza. Dalla partita successiva abbiamo subito ripreso il nostro cammino”. 

Tifosi – “Sono straordinari. Sono quel qualcosa in più, mi fermano spesso per strada e con me sono molto gentili. Sono sempre stato trattato alla grande. Dispiace solo non aver mai visto il Vigorito pieno. Per quello che fa il presidente per questa città mi sarei aspettato qualcosa di più dei soliti diecimila. Avere 20 punti di vantaggio sulla seconda è una situazione di festa, ma non è mai successo. Il mio sogno è vedere il Vigorito pieno. Non per me, ma per il presidente che se lo merita”.

Abitudini – “A me non piace andare allo stadio, sono sincero. Però mi metto nei panni del tifoso del Benevento, non so quando ricapiterà un’annata del genere. Auguro al Benevento di fare la Champions, ma questa è un’annata irripetibile e lo stadio andrebbe riempito. Il presidente è uno che si emoziona molto facilmente, si emozionerebbe tantissimo a vedere lo stadio pieno. Speriamo che una volta tornata la normalità potremo realizzare questo sogno”. 

Corso soommelier – “Lo faccio ma purtroppo ora è bloccato. Non sto cucinando perché c’è mamma che fa tutto, poi ho la scusa della mano che mi fa male e non posso fare niente. Quando sono solo cucino ma esco spesso con i miei compagni. Non mi dispiace cucinare, se devo cucinare per me non ho voglia, ma per qualcun altro lo faccio volentieri”.

Difensore più forte – “Dico la verità, in serie B non credo ci siano difensori più forti dei miei compagni di reparto. In B sto già giocando con i più forti. In Premier il discorso è diverso, campionato particolare, tutti difensorùi fisici. Al di fuori dei soliti mi piace Laporte del City che è mancino come me. Questi sono giocatori che con Fm avevo scoperto già tempo fa.

Psicologia – “Leggo libri, a settembre vorrei iniziare a studiare Psicologia all’università. Mi piace molto la Pnl rapportata allo sport. E’ qualcosa che mi interessa e vorrei approfondirla. E poi il tempo libero di un calciatore è tanto, mi piacerebbe investirlo in qualcosa come la psicologia che mi piace molto”. 

Libri – “Ho appena finito “Il Cammino di Santiago” di Paulo Coelho. Vorrei fare il cammino il prossimo anno in occasione dei miei 30 anni, mi auguro di riuscirci”. 

Viaggio – “Avevo programmato quest’anno un viaggio negli Stati Uniti con mio fratello. Un tour completo, ma probabilmente mi salterà perché avevamo pensato di andarci verso metà giugno. Di solito è periodo di vacanza ma quest’anno mi sa che salta visto quello che sta succedendo. Poi mi piacerebbe fare il Sud America, il Giappone, le Isole Salomone. Sono uno da zaino in spalla, mi piacciono le avventure”

Attaccante più pericoloso – “Non faccio un nome. Mi danno fastidio quelli piccolini, rapidi, che si muovono un po’ troppo. Con la Juve Stabia al Menti sono andato in difficoltà, ad esempio”.

Migliori amici nel calcio – “Cito Luca Tremolada, la prima persona che ho conosciuto nel calcio, quando andai all’Inter. Poi c’è Mattia Destro con cui ho legato tantissimo, poi Luca Marrone, Fabio Borini. Ce ne sono un po'”.  

Uomo spogliatoio – “Dico Massimo Volta che si è presentato coi petardi in spogliatoio. E’ davvero grande, ha un carattere che mette sempre di buon umore” 

Vigorito“Mi ha chiamato ieri sera, ma penso che ha chiamato unm po’ tutti. Un presidente così nel calcio è difficile trovarlo. Si vede che lo fa per la città, per la squadra, è una persona che il mondo del calcio deve tenersi stretto. Mi ricordo i play off persi lo scorso anno, la gente piangeva ed era incazzata. Lui arrivò e ci disse che il prossimo anno avremmo fatto bene. Io avrei spaccato tutto quella sera, lui mantenne una calma incredibile. E da quelò giorno capii ancora meglio che persona è”.

Emotività – “Da piccolo quando facevo le giovanili dell’Inter se perdevo ero intrattabile per almeno un giorno. Ora invece una volta finita la partita è diverso. Sicuramente se perdo sono incazzato, ma so che non posso tornare indietro e rigiocarla”. 

Benevento città – “Sono uscito per la prima volta ieri per fare la spesa e in giro non ho visto nessuno. E’  una cosa positiva perché al tg  vedo che non è ovunque così. Da altre parti c’è gente che corre, va al parco, mi sembra una follia. Non ci hanno chiesto di andare in guerra ma solo di restare a casa. più non rispettiamo questa regola e più si prolungherà questa situazione”.

Altra promossa – “Crotone e Frosinone sono le più attrezzate, ma c’è lo Spezia che è la miglior squadra del girone di ritorno secondo me. Per la lotta al secondo posto e ai play off vedo una bella bagarre”. 

Euro 2021 – “Nel calcio mai dire mai, sicuramente se lo spostano è un’opportunità in più per tutti, ma al momento è una cosa irreale. Il sogno della maglia azzurra è sempre vivo, nessuna maglia equivale a quella della Nazionale”. 

Inter – “Ho tantissimi bei ricordi. Dai campionati vinti con le giovanili all’esordio in Champions, fino alla stagione del Triplete. Ricordo che nel 2010 ero con la prima squadra a Udine, c’era la possibilità di giocare perché la difesa era in piena emergenza. Poi al mattino prima della riunione Mou mi prese da parte e mi disse che non se la sentiva dischierarmi perché c’era in palio qualcosa di molto importante per la squadra. Avevo 19 anni, mi fece molto piacere anche il solo fatto che mi considerò. Non avrebbe avuto niente da spiegarmi, lui era Mourinho e io un giovane della Primavera”. 

Rapporto con Mou – “Lui è molto alla mano, è una persona fantastica. Mi ricordo anche quando andai al Werder e facemmo un’amichevole col Chelsea. Venne di persona a salutarmi e mi meravigliò anche questo. Solo il fatto che si ricordava di me mi fece piacere. Servirei al suo Tottenham ora? Beh, io sono stato sempre un tifoso del Tottenham…”

Tifo – “Seguivo tanto il campionato inglese e da piccolo, quando avevo 14 o 15 anni, ho avuto la possibilità di andare al Tottenham, che mi seguiva. Volevo andare lì a tutti i costi, vedevo tutte le partite degli Spurs. I miei genitori non mi vollero mandare perché ero troppo piccolo. Ero affascinato da White Hart Lane, uno stadio fantastico. E poi non volevo tenere alle solite squadre famose come gli altri”. 

Messaggio ai tifosi – “Li ringrazio di cuore, spero di ripagarli nel migliore dei modi sul campo. Voglio dire solo questo, mi hanno sempre trattato benissimo”.