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Napoli – Anna Maria Carloni, 3 volte parlamentare. La prima volta coi Ds, l’ultima fino al 2018 col Partito Democratico. Una vita spesa per i diritti delle donne (tra l’altro con l’associazione Emily) e dei lavoratori (tra l’altro nella Cgil). Accanto ad Antonio Bassolino.
 
“Quando ha cominciato a maturare l’idea di candidarsi a sindaco, assieme ai figli, ho fatto non poca resistenza”.
 
Non se l’aspettava.
 
“Abbiamo vissuto anni molto difficili. Credevo che ci saremmo dedicati ai nostri nipotini. E a qualche viaggio”.
 
E invece.
 
“E invece, all’inizio dell’anno, quando si sapeva che si sarebbe votato a giugno, Antonio ha deciso di candidarsi”.
 
Non ha ascoltato gli appelli della famiglia.
 
“Ha avuto una pressione enorme da parte di chiunque incontrava per strada”.
 
E ha cominciato a prendere il 140.
 
“A dire la verità, quel pullman l’ha preso sempre. Anche se io non volevo per via della pandemia”.
 
Non l’ascolta.
 
“Ha preferito ascoltare tantissime persone che gli hanno confidato di sentirsi abbandonate. E alla fine ha convinto anche me”.
 
E’ giusto scendere in campo.
 
“E’ giusto sostenerlo. Noi siamo sempre rimasti in città. Il nostro legame con Napoli è sempre stato molto vivo”.
 
Ora ancor di più in campagna elettorale.
 
“E’ lunga!”
 
Si vota ad ottobre.
 
“E non è stata fatta una cosa buona lasciare per tanto tempo una città come Napoli senza guida”.
 
La pandemia ci ha messo del suo.
 
“Poveri candidati!”
 
Bassolino si dichiara un buon maratoneta.
 
“E’ vero: è allenato. Fa tante cose, vede tanta gente, ha tanti appuntamenti. Domani ha il comizio”.
 
Nell’era dei social.
 
“La politica parla tanto di popolo, ma ha ne perso il legame”.
 
Piazza Carità, ore 18.
 
“Sperando che davvero il peggio della pandemia sia passato, la politica deve ricostruire i legami sociali prima di tutto”.
 
Siete emozionati?
 
“Certo che lo siamo. Il comizio è una forma alta di espressione. Antonio una volta scrisse dell’arte del comizio. Che non è solo un discorso a voce alta. Ma un momento di condivisione”.
 
Come sarà?
 
“Sarà bello. Sarà come ritrovarsi”.
 
Claudio Velardi sostiene che vivete in una bolla nostalgica.
 
“Anche Claudio per tutto un periodo voleva che Antonio si rendesse disponibile a candidarsi a sindaco”.
 
Non mi dica.
 
“E invece sì. Poi anche lui ha fatto il suo appello”.
 
Quanti appelli! Bassolino si ritiri e sostenga anche lui Manfredi!
 
“Ma se lo hanno considerato così insignificante, perchè ora tutti questi sforzi?”
 
Anche Enrico Letta ha fatto il suo appello, chiedendo scusa a nome del Pd per non aver dimostrato solidarietà nell’ora dei processi.
 
“Antonio, 19 assoluzioni su 19 processi, non è più iscritto al Pd”.
 
Lei?
 
“Io sì. Ma anch’io sono rimasta molto dispiaciuta dal fatto che davanti alla sua disponibilità, quando nessuno voleva candidarsi, non si sia mai ritenuto possibile neanche parlarne”. 
 
Bisognava guardare avanti.
 
“Antonio lo fa perchè si pone come guida forte di una nuova classe dirigente. La crisi che stiamo vivendo, in quest’ottica, può essere un’opportunità”.
 
E’ il suo Patto per Napoli.
 
“Proprio così: un patto tra generazioni, fondato nello stesso momento sulla memoria di ciò che è stato e su ciò che dovrà essere”.
 
Che Napoli dovrà essere?
 
“Una Napoli che riprende fiducia. Senza, si accentuano i rischi di impoverimento”. 
 
Bassolino annuncia anche una Napoli al femminile. La questione è stata la prima di Enrico Letta segretario.
 
“Col cambio dei capigruppo in Parlamento ha dato senz’altro un segnale. Ma non so quanto efficace”.
 
Perchè?
 
“Perchè bisogna superare l’idea di includere le donne in quanto donne. Di donne in gamba e impegnate ce ne sono tante nella società. Bisognerebbe avere occhi per sceglierle. Invece i candidati sindaci sono tutti maschi. Questo è un vero ritorno al passato”.
 
A Napoli però si guarda al futuro.
 
“E’ un obiettivo di Antonio valorizzare le donne. Tanto più che in molti casi sono quelle che più hanno sofferto la pandemia, con la violenza in casa e il lavoro perso”.
 
Oggi a Napoli è arrivato Conte: Letta ha voluto stringergli la mano.
 
“Ma ora si vota per Napoli. Per il Comune, per il sindaco”.