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Napoli – Diario della campagna elettorale di Napoli. Martedì, il giorno in cui De Luca è uscito allo scoperto: vuole governare per sempre.

Il Governatore, l’8 maggio scorso, ha compiuto 72 anni. Ne ha davanti a sè altri 4 alla guida della Regione Campania. E fanno 76. Ma non gli basteranno ancora per andare in pensione.

L’uscita alla Festa dell’Unità con la quale annunciava di voler togliere il divieto di un terzo mandato consecutivo per il Governatore non era affatto estemporanea. Oggi, quell’idea, De Luca l’ha ribadita. Dicendo che per fine anno vuole la legge che modifichi lo Statuto della Regione Campania su questo punto.

E quindi: se tutto fila secondo i suoi piani e se dovesse vincere le elezioni di nuovo a 76 anni, arriverebbe a 81 sulla poltrona di Palazzo Santa Lucia.

Aurelio Musi, su Repubblica, l’ha commentato così in un pezzo intitolato “Fissazioni di un Governatore a vita”: “De Luca deve ammirare moltissimo anche i modelli degli autocrati dell’oriente europeo. Il suo ideale? Governatore a vita e, se possibile, relativa trasmissioine del titolo al primogenito”.

E comunque, prima ancora di prevedere un futuro remoto, il presente dice che il peso di De Luca nella campagna elettorale per le comunali (appuntamento con le urne il 3 e 4 ottobre, appena ufficializzato) è altissimo.

Oggi se ne sarà accorto Antonio Tajani, il coordinatore nazionale di Forza Italia oggi a Napoli, trovando un partito in grossa sofferenza dopo lo strappo di Stani Lanzotti, che ora è nel centrosinistra con “Azzurri per Napoli”. Ma non solo per questo.

Complici gli impegni in aula, Tajani non ha trovato alcun parlamentare nel suo giro che ha toccato anche Trecase, Casalnuovo e Marcianise, dove è stato con Franco Silvestri, altro uomo che non unisce certo tutti i berlusconiani partenopei. Da Mimmo De Siano (che è anche coordinatore regionale) a Paolo Russo, da Carlo Sarro a Gigi Casciello, da Luigi Cesaro ad Antonio Pentangelo, nessuno si è fatto vivo.

A combattere in prima linea sul fronte napoletano ha trovato solo Fulvio Martusciello, che gli ha scattato una foto con le donne del partito: “La loro forza per vincere le elezioni comunali”, ha scritto il coordinatore cittadino sul suo profilo Facebook.

Ma non solo: finalmente c’è un nome nuovo pronto a scendere in campo nella lista di Forza Italia. E’ quello dell’imprenditore Domenico Brescia.

Tajani, così, ha potuto mettere di nuovo in collegamento telefonico Catello Maresca e Silvio Berlusconi con animo più sollevato. Era già capitato un mese fa, quando l’ex pm si spogliò delle vesti di candidato sindaco “puramente civico”. E poi ha aggiunto: “Abbiamo voluto fortemente la presenza del simbolo di Fi con il richiamo a Berlusconi perché Berlusconi ama questa città. È un napoletano che parla milanese”.

Non parla napoletano, nè milanese e poco l’italiano (non ha nemmeno ancora la cittadinanza italiana e quindi risulta ad oggi incandidabile), invece, Hugo Maradona. Che, a un certo punto, con i giornalisti che lo pressavano sulla strumentalizzazione della sua candidatura come capolista di ‘Napoli capitale’ di Enzo Rivellini, a due passi dal suo candidato sindaco Catello Maresca, ha sbottato: “Io sono Hugo, non Diego”.

Su Facebook, il senatore eletto col centrosinistra Sandro Ruotolo è partito, allora, subito in contropiede: “‘Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede e di cervello’. Lo diceva Maradona, quello vero”.