
Ancora un caso Gesesa. La delibera che dispone l’approvazione dell’aumento di capitale della società, con la contestuale rinuncia del Comune capoluogo ad esercitare il diritto di opzione, non ha convinto la commissione Finanze, riunitasi questo pomeriggio.
A sollevare dubbi non solo i consiglieri di opposizione ma anche parte della maggioranza, a partire da Forza Italia – rappresentata dal capogruppo Antonio Capuano – per arrivare alla presidente dell’organismo consiliare Annalisa Tomaciello, dell’Udc.
Proprio a quest’ultima va attribuita la decisione di non mettere ai voti la delibera. Vane sono risultate le vivaci contestazioni prodotte dal capogruppo mastelliano Giovanni Quarantiello, fermo sostenitore della necessità di valutare immediatamente e positivamente l’atto deliberativo.
A motivare lo ‘stop’, il troppo poco tempo concesso ai consiglieri per valutare e approfondire un documento volto a modificare gli equilibri interni alla società incaricata di gestire il servizio idrico nel territorio comunale.
La delibera in questione, infatti, riguarda la volontà della Gesesa di proporre un aumento di capitale attraverso l’emissione di 1.000 nuove partecipazioni azionarie. Partecipazioni da offrire, previa la rinuncia dei soci (a partire dal Comune di Benevento) al diritto di opzione di loro spettanza, ai Comuni del distretto idrico ‘Calore Irpino’. La delibera, in pratica, aprirebbe le porte all’ingresso in Gesesa di 39 centri dell’Irpinia, a iniziare dal capoluogo.
Il tutto, nelle intenzioni di Gesesa, “per dare attuazione ad una strategia operativa preordinata al potenziamento della società e all’ottimizzazione delle risorse e delle dinamiche tese al perseguimento degli obiettivi imprenditoriali”.
Strategia che comporterebbe, come evidente, una diminuzione del peso specifico (oggi pari al 38,62%) di palazzo Mosti all’interno di Gesesa, il cui capitale sociale crescerebbe dall’attuale importo di 534.990,70 euro fino a 586.640,70 euro
Da qui la volontà della Commissione di approfondire i contorni della vicenda. Un caso, dicevamo, che destabilizza nuovamente gli equilibri interni alla maggioranza, con i gruppi mastelliani che accelerano da un lato mentre Forza Italia e Udc frenano dall’altro.
Resta da capire cosa accadrà nelle prossime ore. Seppur priva del lasciapassare della Commissione, la delibera può ancora essere discussa e approvata in Consiglio. E infatti resta all’ordine del giorno della seduta in programma martedì. Ma prima i pontieri dovranno mettersi all’opera per ricucire lo strappo tra le forze politiche che sostengono l’esperienza amministrativa.
Quel che è certo è che l’assemblea non discuterà né dell’istituzione della biblioteca comunale né dello schema di convenzione per i permessi di costruire. E’ andata infatti deserta la conferenza dei Capigruppo convocata per il primo pomeriggio dal presidente Luigi De Minico e finalizzata a includere i due argomenti nell’ordine del giorno. Entrambe le questioni saranno dunque discusse nella prossima seduta di Consiglio.
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