
E’ un Del Basso De Caro sempre più low profile quello che ieri sera, a margine dell’iniziativa di Franco Damiano, si è concesso ai microfoni e ai taccuini dei giornalisti.
Ma seppur nei modi e nelle vesti da “padre nobile”, il deputato del Pd non si è sottratto ad alcuno degli input giunti dalla stampa. A partire, evidentemente, dall’imminente voto per l’elezione del presidente della Provincia.
“Si tratta di elezione di secondo livello, votano gli amministratori e non i cittadini. La mancata presenza del Movimento Cinque Stelle, forza che aveva raccolta i maggiori consensi alle elezioni del 4 marzo, basterebbe da sola a dimostrare quanto sia rappresentativa la base elettorale” – la premessa del ragionamento.
“Per quanto riguarda noi, – ha aggiunto – continuiamo a fare la nostra parte e vediamo dove arriviamo. Non c’è nulla di scontato. Pessimista? Ottimista? Nessuna delle due. Ho conservato un profilo molto basso, lo avete visto, non ho rilasciato dichiarazioni, non ho fatto polemiche. Vedremo il risultato quale sarà”.
Ma a scuotere l’universo ‘democrat’, a pochi giorni dal voto, sono state le parole di Claudio Ricci. “Il Pd non mi ha supportato” – lo sfogo del presidente uscente, nel corso della conferenza stampa di fine mandato.
“Le ho lette le dichiarazioni di Ricci – spiega De Caro. Francamente, penso non si riferisse a me, considerato che dal ministero delle Infrastrutture, quando io ero al governo, sono giunte risorse alla Provincia pari a 220milioni di euro. E nessuna altra provincia d’Italia ha avuto tanto”.
E dunque? Con chi ce l’aveva Ricci? “Non lo so. Io l’interpretazione autentica la faccio sempre del mio pensiero, non di quello degli altri. Di Claudio Ricci resto amico quale che siano le sue dichiarazioni, opportune o non opportune non mi permetto neanche di entrare nel merito”.
E sempre l’inquilino della Rocca, dopo aver annunciato il sostegno al candidato Pd Damiano, ha rinviato ogni discussione al post provinciali, quando – verosimilmente – nel Pd entrerà nel vivo il dibattito congressuale.
“Il dibattito serve al partito nazionale e poi a cascata serve a quello regionale e provinciale” – prosegue allora De Caro. “Benevento e Avellino, nonostante la sconfitta elettorale, – la puntualizzazione – rappresentano la circoscrizione dove il Pd ha raccolto il maggior numero di voti. Non è questione di orgoglio o vanto, mi limito a prendere atto del dato aritmetico: gli altri hanno preso ancora meno di me”.
Nessuno stupore, comunque, se qualche movimento – a Roma come nel Sannio – già si intravede.
“Che debba esserci dibattito mi sembra fuori discussione. Che ci debbano essere posizioni articolate e dialetticamente contrastanti è altrettanto vero e giusto. Detto questo, personalmente sono in una condizione particolare. Un po’ per l’età, un po’ per l’essere l’unico parlamentare Pd nelle zone interne, mi ritrovo a essere una sorta di padre nobile e quindi mi comporterò in questo modo”.
Quanto alle scelte, ai posizionamenti, De Caro chiarisce subito che non ci saranno sorprese: “Io sono amico di Martina e questo è un fatto noto. Seguirò le indicazioni sue e di Delrio La mia posizione è chiarissima”.
Infine, il capitolo infrastrutture. Quelle sannite, seguite da De Caro nel corso della sua esperienza da sottosegretario, sembrerebbero essere al sicuro: “Fortorina, Telesina e Alta Capacità sono tutte opere già approvate in via definitiva dal Cipe. E’ vero che con Toninelli tutto è possibile, ma rimetterle in discussione mi pare oggi complicato. Io, comunque, vigilerò per tutelare gli interessi del territorio”.
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