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Alessio Martino è un allenatore vincente. Non solo per i risultati che ha ottenuto in cinque anni di panca. Ma perchè gioca sempre per vincere. A prescindere dall’avversario e dal materiale umano a sua disposizione. Osa Alessio, lo ha sempre fatto, fin da quando gli fu affidata a 30 anni la panchina della Virtus Goti che prima prese le misure, poi stravinse il campionato di Prima categoria con 91 reti all’attivo e, strano a dirsi, miglior difesa del campionato. Quindi non un gol più dell’avversario, ma attaccare per non dare agli avversari la possibilità di impensierire la propria porta. Manco a dirlo, Martino è stato attaccante di razza, apprezzato per la sua intelligenza tattica e per i movimenti sempre geniali. Quando i tuoi maestri sono tra gli altri, Gianni Simonelli, Eziolino Capuano e “baffo” Morgia, il mix che ne viene fuori è letale.

Già due campionati vinti, complimenti molti di più. Punta sui giovani, non ha paura a lanciarli: si ricorda quando era ragazzo e molti credettero in lui: Eziolino Capuano lo fece esordire giovanissimo in serie C, quando era ancora un ragazzino. Ed ha ancora la stessa “pazzia” ora che siede in panca: tre, se servono anche quattro attaccanti, l’importante è giocare per la vittoria. Alla Virtus Goti il primo campionato vinto, all’Eclanese due anni fa il bis: 68 punti in regular season, playoff vinti e promozione in Eccellenza. “Fu una bellissima annata – ha esordito mister Martino – la squadra offriva un calcio da stropicciarsi gli occhi. Fui confermato e l’anno scorso disputammo un campionato iniziato male a causa di diversi cambi nel roster iniziale, poi cambiammo marcia proprio in occasione delle gare più ostiche. A dicembre rivoluzionammo la squadra, sulla carta ci indebolimmo ma non se ne accorse nessuno, ottenendo una salvezza storica”.

Dopo cinque annate di spessore, per Martino sembrava arrivato il momento del salto verso piazze più suggestive: “Devo ammettere che è stata un’estate molto calda da questo punto di vista. Ho detto no al Mondragone e alla Battipagliese, ho trattato senza raggiungere un accordo con Giugliano ed Albanova, ero ad un passo dalla Sarnese poi ho mantenuto la promessa che avevo fatto al mio presidente Casale: sarei andato via solo per una categoria superiore, nessuno di quei progetti mi aveva convinto, quindi sono rimasto all’Eclanese e sono felice. La squadra si è rinforzata bene, abbiamo preso giocatori del calibro di Raffaele Capone e Mimmo Calabrese, in avanti punto molto su Alessio Fusco che desideravo allenare già dai tempi della Virtus Goti. Ringrazio il presidente per la fiducia che ha mostrato nei miei confronti, è persona semplice che ama il calcio e fa sacrifici importanti”.

Martino e i giovani, un binomio vincente. E’ stato lui a lanciare quest’anno Alessandro Caruso, classe 2000, che si è appena guadagnato la serie D firmando col Rezzato: “E’ un predestinato, l’ho fatto giocare ovunque, gli ho dato la fascia di capitano in occasione della gara col Sorrento. Questo significa responsabilizzare un giovane e capire subito di che pasta è fatto. E lui è tanta roba, farà benissimo”. 

Il tecnico dell’Eclanese è anche un grande esperto di pronostici: sulla bacheca del suo profilo facebook dispensa sempre consigli ai seguaci del mondo del betting e, detto in soldoni, ci “prende” sempre. “Quest’anno – ha concluso Martino – per quanto riguarda la serie A, vedo il derby milanese alle spalle della Juventus favorita. Meglio l’Inter che il Milan, poi staccate un pò, Napoli e Roma. Ho il cuore partenopeo e non discuto Ancelotti, ma è innegabile che il Napoli non si sia rinforzato a dovere: Sarri riusciva a tirare il meglio da ogni elemento a disposizione, Carletto non può fare miracoli da questo punto di vista”.