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L’amministratore unico dell’Alto Calore, Michelangelo Ciarcia  si è dimisso.
A determinarla la scelta, almeno in parte, dopo un’attenta riflessione, l’impossibilità di ottenere prima di maggio un’udienza al Tribunale del Riesame sulla revoca della misura cautelare applicata a suo carico della sospensione per dodici mesi dall’esercizio del pubblico ufficio. L’interdittiva disposta nell’ordinanza firmata dal gip Francesca Spella e scattata il 16 febbraio scorso, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Avellino sui “corsi di formazione fantasma” all’Acs.

Aggiornamenti indirizzati al personale in programma dal 2019 al 2021, ma mai effettivamente realizzati, che hanno consentito all’Alto Calore di beneficiare di crediti di imposta per 632 mila euro.

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