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Alla vigilia del 2 giugno, la sezione provinciale dell’Associazione Nazionale del Fante ha annunciato la sospensione delle attività con annessa assenza alla manifestazione in onore della Festa della Repubblica

Associazione Nazionale del Fante di Avellino, attività sospese

“Dal maggio del 1962 fui chiamato ad essere dirigente per la squadra di calcio, medaglia d’oro, Brigata Avellino – ci racconta, Ettore De Venezia, cassiere/economo provinciale dell’Associazione Nazionale del Fante – Fin da quella data, avevo appena 21 anni e sono rimasto sempre al fianco dell’Associazione del Fante. Così successivamente sono diventato poi anche segretario della stessa. Da questa federazione, oggi sezione provinciale, nel gennaio 1967 è nato il Club Juventus Avellino: il primo presidente fu il Generale Domenico Caprio. Nello stesso anno abbiamo omaggiato la società bianconera con una targa per celebrare la fondazione del club di Avellino in occasione della gara con il Foggia“.

“Nello stesso anno – continua De Venezia – Furono organizzati i pellegrinaggi nei campi di battaglia, dove i commilitoni del generale Caprio avevano combattuto la Prima Guerra Mondiale. La prima tappa fu fatta a Montelungo, vicino Cassino dove persero la vita anche gli allievi ufficiali della Caserma “Berardi” di Avellino” che furono chiamati come truppe regolari per difendere il suolo italiano accanto alle truppe americane.

Da lì poi a Roma abbiamo rendere onori al “Milite Ignoto”, unico e solo in Italia. Nel 1968 ci fu un secondo pellegrinaggio – racconta – Arrivati a Gorizia, all’epoca si adoperava il giradischi, così inserimmo il disco da 45 giri della Canzone del Piave: tutti ci applaudirono. In quei luoghi la Brigata Avellino con a capo il Generale Antonino Cascino, liberò la popolazione dalla dominio austriaco nel 1917″.

“In Piazza D’Armi, dove oggi è locato il Tribunale di Avellino – continua De Venezia – C’era il campo sportivo, vicino alle mura dei distinti c’era una targa i caduti di Superga del grande Torino. Da Avellino, insieme ai Fanti abbiamo sempre portato una corona d’alloro per onorare i caduti di quella tragedia – dice De Venezia – Le persone di Torino ci apprezzavano, visto che c’era l’attrito tra tifoseria”. “Prima del sisma del 1980, la sede del Fante era posizionata in Via Mancini nei pressi di Palazzo De Peruta – racconta – Dopo le società furono mise insieme tutte le società all’angolo di Via Piave. I combattenti unitamente ai marinai fittarono un piccolo appartamento”.

“Dal 2018 usciti dalla sede di Corso Europa – continua – Fu inviata una lettera alle varie istituzioni locali e militari, confermando la mancanza della nostra sede. La mia volontà in quei giorni fu quella di scaricare tutto il materiale dinanzi il comune, visto che lì i Fanti furono assegnatari nel 1956 con delibera commissariale firmata da Venanzio Cucugliata, in maniera gratuita. Da lì per non andare in prescrizione, ogni sindaco che si è succeduto è stata fatta una richiesta non solo per la sede sociale, anche per una lapide in Corso Vittorio Emanuele, qui era nato il generale Luca Montuori. La lapide non fu mai trovata, non abbiamo mai avuto risposto”.

Restando nella stretta attualità, De Venezia parla della missiva inviata nelle scorse ore che annuncia la sospensione delle attività: “Abbiamo più volte chiesto una sede per fare delle attività. Non più di qualche anno fa, dopo l’elezione del sindaco Gianluca Festa fu fatta una richiesta di essere autorizzati alla sostituzione di alcune lettere mancanti accanto all’angolo della Prefettura, qui non abbiamo mai avuto mai risposta. Attualmente siamo venti soci di cui qualcuno sopra i 70/80 anni – continua – La manifestazione del 2 giugno, oggi è una maratona visto il percorso per poi tornare in Prefettura per la consegna delle onorificenze. Da qui la decisione di non partecipare, visto anche l’età. Da qui la nostra mancata partecipazione alla manifestazione del 2 giugno”.