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Avellino – “A volte, quando vinci, in realtà perdi, e a volte quando perdi, in realtà vinci. A volte quando vinci o perdi, in realtà pareggi, e a volte quando pareggi, in realtà vinci o perdi. Vincere o perdere è un unico dal quale ognuno estrae ciò che gli serve”. E’ questa la filosofia applicata allo sport.   Era l’ormai lontano 1992 quando questo pensiero faceva da filo conduttore al film sullo storico street-basket di Venice Beach, Chi non salta bianco è. Un concetto chiaro, ma che allo stesso tempo può essere applicato alla sconfitta dell’Avellino contro l’Sff Atletico. Prima o poi la truppa di Archimede Graziani sarebbe inciampata in un ko. Le sconfitte esistono anche in Serie D, nonostante, ti chiami Avellino.

Morero e soci sono usciti dall’impianto di Fregene con quattro palloni sul groppone. Una batosta dura, ma che alla lunga potrà essere da monito per il futuro. Dall’altra parte, la truppa di Raffaele Scudieri, ha dimostrato di essere superiore in campo facendo della corsa e del palleggio stretto l’arma per tramortire l’Avellino. E soprattutto ci ha messo quel pizzico di umiltà che ha dato il via alla vittoria “storica” contro la compagine irpina.

Le sconfitte come quelle di Fregene aiutano a crescere, ma soprattutto a capire a qualche borghesuccio di turno che nulla è scontato. In Serie D si lotta pallone su pallone, contrasto su contrasto e soprattutto che vince solo chi ha fame di più. Oggi non importa se l’Avellino non è più primo classifica. L’occasione deve e può arrivare domenica contro il Lanusei (formazione in vetta, ndr.). Da domani comincia una settimana in cui, l’Avellino, dovrà dimostrare di essere Avellino. E non solo per squadra, società e allenatore.

Un plauso in particolare – in conclusione – va agli oltre duecento e passa tifosi che ancora una volta hanno dato la carica prima e dopo la partita. E’ vero, oggi più che mai, la passione non conosce categoria.