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Avellino – Non gradiva la relazione intrapresa con la sorella, ma non gli aggradava la sua presenza nel suo paese, Contrada. Sono questi i due futili motivi che lo scorso 9 gennaio hanno spinto il 19enne a ferire con un colpo di pistola il giovane Federico Petrone di Serino. Il responsabile di questa vicenda, un giovane  di Contrada, che fu immediatamente individuato e denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino per i reati di lesioni personali aggravate, porto abusivo di pistola e spari in luogo pubblico. Indagini a cui hanno preso parte  i Carabinieri di Baiano, la Squadra Mobile e la Questura di Avellino. Mesi di lavoro per gli inquirenti che sono serviti a far luce sulla vicenda. Nella tarda serata di ieri, 3 aprile 2018, i Carabinieri della Compagnia di Baiano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure coercitive degli arresti domiciliari e dell’obbligo di presentazione alla P.G. emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Avellino nei confronti di tre giovani di Contrada.

Il 19enne di Contrada con altri due amici di 22 e 23 anni sono indagati per concorso in tentato omicidio pluriaggravato mediante l’uso di arma da fuoco. L’operazione è stata illustrata questa mattina dal Colonnello della Compagnia di Avellino, Massimo Cagnazzo. “Gli altri giovani erano presenti, ma non hanno preso parte al gravissimo episodio che si è controfigurato – spiega – Sono state acquisite le immagini di alcuni esercizi commerciali per accertare la presenza del gruppo nel grave atto punitivo, come lo ha definito il Gip, di una violenza inaudita. Il tutto è nato prima con un contatto telefonico tra la vittima e il fratello della sua ragazza, poi l’incontro tra i due gruppi. Attraverso l’attività di indagini è stato appurato che l’autore, veniva spalleggiato dai suoi amici, sei o sette ragazzi tra i 19 e i 23 anni, che ha affrontato la vittima, dicendogli che non doveva più importunare la sorella e che non doveva mettere più piede a Contrada. Gli ha puntato alla tempia un’arma detenuta legalmente dal padre che aveva trovato a casa e in cui aveva inserito due proiettili, trovati anche questi in casa, ma che non corrispondono al calibro della pistola con cui ha sparato. Il primo colpo – spiega il Colonello Massimo Cagnazzo – Fortunatamente non è partito. Nel secondo tentativo, però, la vittima ha cercato di divincolarsi a sua volta è stato ferito al torace da un colpo. L’aspetto inquietante della vicenda – conclude – E’ che pochi giorni dal fatto, la vittima, ha ricevuto sul cellulare messaggi vocali di minaccia, con cui l’autore del tentativo di sparo gli intimava di non tornare nel paese dicendogli ‘Contrada è peggio di Scampia‘”.