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Sulla scorta degli ultimi fatti di Caivano la Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie è pronta ad istituire un Comitato che si occuperà  speficatamente delle infiltrazioni nei Comuni e quindi nelle Istituzioni.

Lo annuncia il Presidente dell’organismo parlamentare di controllo, onorevole Chiara Colosimo, questo pomeriggio ad Avellino ad un convegno organizzato nell’ambito delle iniziative in corso in memoria del Giudice Rosario Livatino (LEGGI QUI).

Dobbiamo dire con molta chiarezza – prosegue la Colosimo- che chi fa da tramite con la criminalità dentro le Istituzioni deve essere sbattuto fuori e non può tornare mai più a sederci. E poi non bisogna sottovalutare nemmeno la parte amministrativa e tecnica che spesso nei Comuni fa da tramite tra chi viene eletto e chi cerca di infiltrarsi da fuori.
L’esempio di Caivano non può farci ancora essere soddisfatti, ma ci conferma che l’attività di repressione accompagnata a quella di una rieducazione, soprattutto tra le nuove generazioni, possa portare risultati”.

Di qui il ricordo del Giudice Livatino, “un esempio– prosegue il Presidente di Commissione- e che deve essere racconto come tale. In questo momento c’è bisogno di raccontare esempi positivi, quelli che della legalità hanno fatto una bandiera e che per quella normalità hanno perso la vita e ci hanno regalato l’Italia in cui viviamo“.

Quindi un focus sulla criminalità in Irpinia, secondo alcuni non ancora del tutto strutturata: “Se siamo qui, vuol dire che il problema della criminalità organizzata in questo territorio esiste eccome. Credere che la mafia non esiste è il primo lasciapassare perché essa, che già ben è insinuata nei territori, prolifichi.
Bisogno avere il coraggio di dire sempre le cose come stanno, di fare i nomi dei clan, degli accordi, di dirsi ad alta voce che c’è solo un modo per sconfiggere la mafia, quello che ci hanno insegnato tanti eroi quando dicevano parlatene parlante parlatene.

A noi il compito di semplificare quanto più possibile il messaggio: i giovani posso fungere da manovalanza della criminalità organizzata, ed allora è proprio a loro che va detto che fare soldi facili, magari spacciando, è un modo per entrare e uscire dal carcere e non godersi quei soldi. Fare soldi con il sudore, con il sacrificio, con lo studio è invece una possibilità di riscatto per i territori, soprattutto quelli del Mezzogiorno perchè apre alla possibilità di sviluppo per una terra che ne ha bisogno”.

Una camorra che, secondo l’onorevole Colosimo “oggi si occupa più di economia che di altro, e questo è uno dei temi per cui bisogna essere inflessibili. I bonus edilizi- prosegue- si sono dimostrati come ponti importanti per la criminalità organizzata, d’altronde non è una notizia che già dagli anni 90 il settore edilizio è uno di quelli dove la criminalità  si infiltra. E’ evidente che insieme a questo noi dobbiamo denunciare la corruzione sotto tutti i punti di vista. Io dall’inizio del mio mandato dico che tagliare le casse ai clan è l’unico modo per fermarli”.