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Nuovo tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la questione Industria Italiana Autobus. Per quanto concerne il nuovo assetto societario, i sindacati e le tute blu di Valle Ufita non hanno ottenuto risposte. Lo stesso per quanto riguarda la situazione debitoria dello stabilimento di Flumeri. Dal Dicastero di via Molise hanno, comunque, garantito la produzione fino a marzo del prossimo anno, è stato stanziato un nuovo finanziamento da 22 milioni di euro. Non sono stati fatti nomi però per quanto concerne le manifestazione d’interesse nelle aziende che vogliono entrare a far parte del gruppo IIA. Tutto rinviato al 2024, possibile la riunione di un nuovo tavolo per il prossimo gennaio. . Industria Italiana Autobus va avanti, ma non restando completamento in mano pubblica. L’arrivo dei privati appare ormai deciso.

“Desidero esprimere il mio ringraziamento al Ministro Adolfo Urso e alla sottosegretaria Fausta Bergamotto per l’impegno profuso per la salvezza e il consolidamento delle prospettive di Industria Italiana Autobus, che è un patrimonio non solo dell’Irpinia ma del Paese”. E’ quanto afferma Gianfranco Rotondi lasciando il ministero dello Sviluppo, dove ha partecipato al tavolo di crisi IIA presieduto dalla sottosegretaria Bergamotto.

“Grazie alle interlocuzioni con i gruppi parlamentari continuo a seguire da vicino le sorti di questa azienda e ringrazio l’onorevole Gianfranco Rotondi per la disponibilità mostrata.  Sembrerebbe che il Governo sia convinto di continuare ad investire in quella che è un’azienda, ad oggi, quasi 100% proprietà proprio del Ministero del Made in Italy“. E’ quanto afferma l’Onorevole, Generoso Maraia.

“Questa è un’ottima notizia che garantisce la continuità nella produzione anche dei nuovi bus elettrici. Quella cattiva, se così la possiamo chiamare, è che questa azienda continua ad aver bisogno di un partner industriale o finanziario – continua Maraia – Condivido e comprendo le preoccupazioni degli operai e dei sindacati con un distinguo: anche io concordo con la necessità che il Governo continui a rimanere all’interno della compagine societaria ma con un socio privato serio. La Valle Ufita come futura Automotive Valley non è l’ennesimo slogan, è già realtà non solo con l’unica grande azienda che produce bus in Italia ma anche con aziende che producono treni, tram e componentistica.

L’investimento in Valle Ufita è un investimento redditizio per tante ragioni che vanno dalla specializzazione degli operai alla Zona Economica Speciale fino all’investimento più grande per Ferrovie dello Stato nella Stazione dell’Alta Capacità Hirpinia.  Nei cinque anni che ci precedono – conclude Maraia – questa azienda è stata messa nelle condizioni di avere uno stabilimento nuovo e più di mille bus da produrre in portafoglio. 

Ora il Ministero, dopo aver garantito la produzione, deve continuare nelle interlocuzioni con soggetti credibili evitando di perdere tempo con avventurieri che personalmente ho sempre contrastato.  I tempi sono maturi perché c’è un piano industriale ed è presente negli oltre 3000 bus finanziati dal PNRR che si aggiungono agli altri 2 Miliardi concessi a Regioni ed enti locali per la transizione ecologica del trasporto pubblico locale. Non è una sfida semplice ma ci sono tutte le condizioni per poterla vincere”.

Dalle sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM arriva anche la nota affinché gli azionisti pubblici restino anche dopo: “Secondo quanto emerso nell’incontro tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, entro il primo trimestre del 2024 si dovrebbe concludere positivamente il processo di individuazione di un nuovo partner industriale nella compagine azionaria di Industria italiana Autobus. Nel frattempo, però, la produzione sta ripartendo anche grazie alla dotazione delle risorse finanziarie necessarie.

IIA è stata nel frattempo ricapitalizzata al fine di poter dare continuità alla produzione fino al primo trimestre del 2024. Al contempo sono stati rinegoziati i contratti di consegna con gli enti locali clienti, in modo da minimizzare i potenziali effetti negativi dei ritardi già accumulati. Ciò ha reso possibile far ripartire la produzione, che secondo i piani nel 2024 dovrebbe aumentare fino a 448 autobus. Ciò dovrebbe preludere alla necessità di incrementi occupazionali. Restano da migliorare i margini di redditività, oltre all’efficientamento dei processi di fabbrica. Chiediamo che l’operazione di risanamento prosegua. È importante che gli azionisti pubblici, Invitalia e Leonardo, restino anche in futuro nella compagine azionaria. Il prossimo incontro ministeriale è previsto per gennaio“.