- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Nella giornata di domani si celebrerà la festa della Liberazione italiana dalle truppe nazi-fasciste. Il 25 Aprile di 78 anni fa, si scrisse una delle pagine più importanti della nostra storia nazionale e, come di consueto, ad ogni ricorrenza vengono organizzate diverse manifestazioni.

“ La nostra Costituzione è stata scritta facendo riferimento alla resistenza partigiana e al sangue versato dai nostri fratelli, i quali caddero sulle montagne e contro i nazisti affinchè si potesse mettere fine allo scempio della dittatura e perché tutti noi potessimo,oggi, vivere liberi “ – queste le parole di Giovanni Capobianco, presidente provinciale ANPI Avellino -.

 “ Ultimamente le scuole – continua – sono un po’ restie nel trattare nel dettaglio tali momenti storici. La seconda guerra mondiale viene narrata troppo superficialmente, a tal proposito, io consiglio la visione di alcuni film che parlano della resistenza: come il Mandolino del capitano Gorelli, La Teresa va a morire o il partigiano Johnny. Attraverso queste pellicole si può comprendere, utilizzando strumenti diversi, cosa è realmente stata la resistenza “.

E’ ben noto che le città di Genova, Milano e Torino furono liberate dai partigiani ma anche nel Mezzogiorno la resistenza fu molto sentita e non solo con le 5 giornate di Napoli. “ Napoli fu solo l’inizio – spiega Capobianco – perché tutto non cominciò nel 1943, bensì negli anni 20 quando Mussolini prese il potere. Uomini come Amendola, Bembo e Matteotti furono uccisi dai fascisti perché si ribellarono alla loro politica molto prima dell’inizio della guerra. Tra l’altro molti morti irpini, nelle fila partigiane, ci sono stati: basti pensare ad Armando Lipizzi e Archimio Calabrese (originari di Ariano Irpino), Giuseppe Vitale (originario di Bisaccia) o Piero Gambone (originario di Montella), assassinato il 18 Marzo 1945, dai nazisti, sulle colline liguri “.

Sul piano nazionale il governo Meloni, al primo appuntamento con il 25 Aprile, avrà l’assenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale si è recato a Praga e diserterà la celebrazione della memoria. “ Ritengo che sia un bene non avere la presenza di un simile soggetto in questo giorno così importante per la storia italiana – commenta Capobianco La Russa, pur ricoprendo la seconda carica più importante dello Stato, insulta continuamente l’Italia con le sue dichiarazioni che sono completamente prive di conoscenza storica. Egli nega che nella Costituzione ci sia la parola antifascismo, quando la suddetta fu scritta da persone che ripudiavano completamente tale corrente. Basti pensare che l’apologia al Fascismo è un reato, come stabilito dalla legge numero 645, che prevede tre anni di reclusione ed una sanzione dai 206 fino ai 516 euro “.

Il presidente provinciale  dell’ANPI Avellino esprime il suo pensiero anche sulla guerra in Ucraina. Secondo il nostro punto di vista – dice – non bisogna inviare armi al popolo ucraino perché si elude l’articolo 11 della Costituzione. Le armi servono soltanto a farla continuare la guerra non a concluderla. Per cessare le ostilità bisogna avviare trattative di pace, come dice il papa, e far si che la Russia e l’Ucraina giungano ad un compromesso “.

In conclusione, Capobianco esprime la sua opinione sulle nuove generazioni. “ Il mio consiglio è di leggere e studiare la storia, non superficialmente, ma con approfondimenti e manuali d’autori di chi ha vissuto realmente quei periodi storici “.