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La nota di Alfredo Cucciniello, Presidente Provinciale ACLI Avellino

Nonostante tutto, noi continuiamo a credere, ad impegnarci e a pregare con Papa Francesco per la pace. Le nostre coscienze sono scosse dai drammatici eventi di guerra che stanno vivendo ancora una volta Israele e Palestina, con il loro inaccettabile carico di massacri e di morte.

E’ doveroso esprimere la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime di questa nuova ondata di brutali violenze, che aggrava l’emergenza umanitaria nel contesto mediorientale, e condanniamo senza riserve l’azione violenta che Hamas ha compiuto in questi giorni.

Oltre la solidarietà e la condanna, è però altrettanto doveroso continuare a fare la nostra parte ed impegnarsi contro ogni forma di violenza e di guerra. Siamo pertanto per promuovere e partecipare a una mobilitazione per la pace, in Israele e in Palestina, così come in Ucraina e in qualsiasi territorio martoriato dalla guerra.

Noi riteniamo che le reazioni militari ad azioni militari finiranno in un ennesimo bagno di sangue, con un prezzo altissimo pagato dai civili inermi e disarmati: la guerra è questo, e finisce per cancellare i torti e le ragioni di ciascuna delle parti; siamo tutti ostaggi delle armi, anche noi che viviamo distanti dal teatro del conflitto.

Per anni, quelli della calma apparente, abbiamo guardato altrove, ignorando le azioni, gli appelli, le richieste di sostegno dei pacifisti e dei nonviolenti che operano anche in Israele e Palestina.

Per noi, l’unica via di uscita è rompere la spirale d’odio, rifiutare la logica perversa omicida e suicida della guerra, sostenere le società civili israeliane e palestinesi che sono parimenti ostaggio di una politica estremista, nazionalista, razzista e militarista.

Senza uno sforzo concreto affinché vengano finalmente riconosciuti e rispettati i diritti di tutti non potrà esserci pace, e gli attacchi e i massacri avranno dimensioni sempre più feroci.

Chiediamo quindi al Governo italiano, all’Unione Europea e a tutta la Comunità internazionale di:

  • Agire per un immediato cessate il fuoco e per la riapertura di un tavolo di negoziato basato sulle norme e sui principi dei diritti umani e del diritto internazionale;
  • Far ripartire immediatamente la macchina della diplomazia per porre fine alle azioni violente di Hamas e risolvere l’occupazione militare e la colonizzazione israeliana in Palestina, nel pieno rispetto del diritto internazionale;
  • Cessare la fornitura di armamenti (armi, munizioni, equipaggiamenti…) a tutte le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese, laddove sussista un rischio chiaro e preponderante che tali forniture possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario;
  • Garantire in tempi rapidissimi e senza restrizioni le operazioni di soccorso della popolazione civile, che come sempre sarà la vera vittima di questa ennesima ondata di violenza.