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Una sala gremita accoglie tra gli applausi l’arrivo ad Avellino del Ministro dell’interno, l’irpino Matteo Piantedosi, presente per l’omaggio che le Forze di Polizia hanno voluto rivolgere alla memoria di Antonio Manganelli, l’ex capo della Polizia, originario di Avellino, scomparso esattamente dieci anni fa.

La giornata si apre con un video che ripercorre la gloriosa carriere del questore Manganelli. A ricordarlo con commozione, la moglie Adriana: “Ringraziando il cielo piena di radici piena di belle persone e soprattutto piena di emozioni e di sentimenti perché è stato bellissimo, nonostante il tempo passato nonostante i 10 anni eterni e brevissimi è stato molto bello trovare tanti sorrisi ancora, davvero merce rara.

Stamattina è tornato in mente magari qualche ricordo in particolare di mio marito,  cosa che mi rimane accanto tutti i giorni e poi il sorriso di mio marito che la sua chiave di lettura c’è umana che professionale a testimonianza dell’amore per la vita e dell’empatia in genere che lo contraddistingue anche da parte della città di Avellino che gli gli dedicgerà anche il Centro Flipper. Devo dire è un amore che è stato ricambiato soprattutto nei primi anni della sua vita, è che abbiamo continuato a rinnovare”.

Ad esaltare la figura di Manganelli, anche il Questore di Avellino, Maurizio Terrazzi: “La testimonianza e il grande senso del dovere di Antonio è ancora vivo in tutti noi. Il suo  attaccamento alla Polizia di Stato e alla sua terra è stato senza misura.
Per questo il doverso omaggio non puo che essere una Medaglia d’oro al Merito civile.

Emozionante anche il ricordo del collega Poliziotto Renato Cortese: ” Quando Manganelli parlava di percorso, significava che lo Stato doveva iniziare ad arrestare queste persone. Mi riferisco agli anni in cui le strade erano piene delle stragi di mafia. La cosa che mi ha sempre colpito era la sua logica investigativa. È stato un grande maestro ed aveva la capacità di prevedere il futuro. Una lungimiranza eccezionale che lo contraddistingueva.

Lui, Nella sua esperienza antimafia, aveva capito che questo cancro viveva nel consenso sociale e, arrestando i criminali, dava la chiave di volta per far si che i cittadini si fidaserro dello stato. La polizia di socialità è stata un’invenzione di Antonio Manganelli”.