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Una delle decisioni più discusse degli ultimi anni amministrativi della città di Avellino è stata quella di spostare il mercato bisettimanale dalla storica sede di Piazzale degli Irpini alla vicina Campo Genova.

Per molti lo spostamento del mercato del mrtedì e del sabato, tra l’altro proprio pochi mesi primi dello scoppio dell’emergenza covid19 che ha generato una lunga e fisiologica pausa delle attività mercatali, ha segnato una sorta di declino del mercato. 

Certo restano i clienti affezionati, ma il calo drastico delle presenze è palbabile proprio dagli abituali frequentatori. Così come sono diminuti gli stalli, certo anche in virtù del casus belli alla base della decisione dell’allora sindaco Gianluca Festa, quella dei canoni pregressi da parte di molti ambulanti. 

Numeri e testimonianze parlano da soli: su circa 270 posteggi previsti, solo 150 risultano effettivamente occupati. Migliaia di metri quadrati di mercato risultano deserti e questo, secondo le testimonianze degli ambulanti storici, per non dire stoici, hanno generato un calo delle affluenze che in alcuni giorni arrivali sino 80% in meno rispetto al periodo a Piazzale degli Irpini.

Proprio per una riorganizzazione degli spazi l’amministrazione del sindaco Laura Nargi, poco prima di essere sfiduciata, aveva elaborato un progetto di ottimizzazione della disposizione dei posteggi, per una maggiore sicurezza e funzionalità, ridistribuzione degli spazi per categorie merceologiche con una revisione dell’ubicazione degli stand e rifacimento delle strisce.

Ora però arrivano i nuovi provvedimenti della quaterna commissariale guidata dal Prefetto Giuliana Perrotta con i primi otto provvedimenti ( ma dovrebbero seguirne altri ndr ) per la “Decadenza concessione posteggio per mancato utilizzo e morosità nel pagamento del canone e conseguente revoca dell’autorizzazione al commercio su aree pubbliche nel mercato Campo Genova”.

In altre parole alcuni degli ambulanti hanno deciso di abbandonare il mercato di Avellino da quando fu attuato il sofferto trasferimento, ma al contempo non hanno adempito agli obblighi normativi del pagamento delle quote passate.

Per questo “sia per il superamento del limite massimo di assenze consentite che per la morosità nel pagamento del canone, con conseguente revoca dell’autorizzazione commerciale”, la concessione è stata revocata. 

Nello scenario attuale le prospettive future per lo storico mercato, al netto dell’individuazione di una nuova a definitiva area ( l’ex amministrazione parlò di Borgo Ferrovia), appaiono molto precarie.